Piscina comunale, 6 voti favorevoli e 5 contrari per la delibera sull’istituzione di un centro federale”

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Si è tenuta oggi la IV commissione consiliare convocata, in via d’urgenza. All’ordine del giorno, la proposta di deliberazione del consiglio comunale n. 45 del 22 luglio 2020, avente per oggetto “istituzione centro federale presso la piscina comunale di Viterbo”.

Numerose le rimostranze dei consiglieri di opposizione, su svariati punti della delibera. Il consigliere Massimo Erbetti (M5S) ha evidenziato: “Non mi sembra ci sia la necessità di un contratto a così lungo termine”. Nella delibera si parla di 8 anni, prorogabili ad altrettanti 8. La consigliera comunale Lina Delle Monache ha affermato: “Le strutture sportive del Comune sono

Delle Monache

per la maggior parte destinate ad attività sportive dilettantistiche. Sono un po’ basita del fatto che nella premessa di una delibera possa essere riportato art.2 comma 3, che evidenzia palesemente la finalità di queste strutture di proprietà del Comune. Un’altra cosa che mi preoccupa molto è il punto 9 dove, ma forse ho capito male, si parla dell’attività commerciale che deve sorgere intorno ed all’interno della struttura e c’è scritto che comunque la Fin decide quali sono le strutture e le attività commerciali che possono essere inserite all’interno della struttura stessa. Poi altra cosa importante, che voleva evidenziare Erbetti, che mi vede solidale, per una struttura del genere è ridicolo che una federazione nazionale, che ha come scopo principale l’attività agonistica e cozza con quanto riportato nel dispositivo (attività dilettantistica)  paghi mille euro al mese di affitto per tutta quella struttura. Ma la cosa più grave è che in quel dispositivo c’è scritto che dopo i primi tre anni c’è la possibilità di recedere da parte della Fin nel caso se ci sia un’eccessiva onerosità dell’impianto. Facciamo un contratto di 16 anni e poi nel dispositivo comunque se ci sono

Erbetti

onerosità eccessive dopo 3 anni la Fin ci può lasciare e noi come rimaniamo, come don Falcuccio? Altra cosa importante: abbiamo cambiato regolamenti, articoli, fatte convocazioni d’urgenza per un affidamento, quando vorrei ricordarvi la situazione drammatica che esiste nel settore edilizia e e che c’è una delibera del Comune che è morta da febbraio, da quando è stata portata in consiglio comunale e che riguarda la rigenerazione urbana e il recupero edilizio. Veramente questo potrebbe avviare l’attività edilizia e tutto l’indotto. Mi rifiuto di continuare a perdere tempo su un qualcosa che è stato già deciso male, quando si dovrebbe veramente pensare alla comunità viterbese, al rilancio dell’economia e siamo qui ancora a parlare di Fin”.

Erbetti ha aggiunto: “E’ regolamentare il fatto di dare 8+ 8 ad un’associazione perché non c’è alcun investimento che prevede il prolungamento di un contratto? Il secondo chiarimento: nonostante ci fosse stato indirizzo del consiglio comunale si è andato in un’altra direzione, non rispettando quello che era stato deciso in consiglio comunale, ovvero di fare una gara. E’ sempre un problema di personale e soldi, lo capiamo, ma si è lavorato per andare in un’altra direzione, quella direzione chi l’ha decisa?”

Celestini

Il dirigente Celestini ha risposto: “La durata è rimessa alla decisione del consiglio. Non dimentichiamo che qui non siamo nell’ambito del codice dei contratti, perché si parla di accordi con la Pa, l’investimento dovrà essere interpretato come  un’apertura estremamente costosa e la durata è commisurata a quello che la Fin dovrà riuscire a fare anche in termini di reperimento di fondi perché in altri Comuni la Fin ha partecipato direttamente per conto del Comune al bando sport e periferie ottenendo centinaia di euro. L’ottica del Comune è quella di utilizzare le caratteriste Fin per recepire altri fondi. Per la seconda domanda, nel momento in cui la procedura per la gara era impossibile da portare avanti per assenza di fondi, è stato chiesto di esplorare questa altra fase e l’ufficio non può dire di no ad un indirizzo dell’amministrazione che non sia illegittimo e l’ufficio l’ha supportata. Era un indirizzo dell’amministrazione che è stato ritenuto di perseguire”.

La parola è andata, quindi, all’assessore comunale Marco De Carolis: “Per quanto chiesto dalla consigliera Delle Monache, le attività commerciali all’interno della piscina sono fondamentali anche per l’abbattimento dei costi. Al momento le attività commerciali stanno lavorando

Chiatti

tranquillamente come sempre e non vedo problemi. Lo scopo principale della Fin non è l’attività agonistica, ma la promozione degli sport natatori, quindi, non vedo dove possa essere il problema. La promozione dello sport fa riferimento a tutto, da amatoriali al dilettantistico e professionale. Quindi non vedo incompatibilità con il nostro regolamento. Sulla clausola della Fin viene inserita perché tutti siamo coscienti del momento che stiamo vivendo: oggi gestire un impianto come quello comunale dal punto di vista economico ha dei costi altissimi, chi quindi meglio della Fin può avere le spalle coperte per dare continuità ai servizi? Ma bisogna anche tenere conto del periodo del Covid e qualora ci fossero dei problemi anche legati al Covid, visto che nessuno sa quello che può succedere, anche se mi auguro che presto finisca, anche la Federazione Nuoto ha fatto riflessioni ed ha chiesto la possibilità che qualora non si raggiungesse la copertura dei costi, visto che non ha fine di lucro, investirà con l’impianto concordando con il Comune di Viterbo i lavori da fare o altre attività . In delibera è stato messo anche il discorso sociale che la Fin ha preso in considerazione. Con la Fin si avrà ancora una maggiore accessibilità

Ricci

all’interno dell’impianto ed una maggiore guida anche dal punto di vista sportivo”.

Delle Monache ha rimarcato: “L’assessore deve capire che con questa modalità in remoto avete la possibilità di azzittirci, invece in presenza le cose sono diverse. Una replica mi è dovuta perché l’assessore non si rende conto che in tutto e per tutto hanno agevolato la Fin che per forza non ha scopo di lucro. E’ palese a tutti che lo scopo dell’attività agonistica è principale rispetto a quella dilettantistica. Noi siamo un ente pubblico che ha una struttura pubblica, non è che noi dobbiamo favorire gli interessi di una federazione, ma del Comune. Allora cambiamo la delibera, tuteliamo anche il Comune e la comunità viterbese ed affidiamo allora la piscina per tre anni”.

E’ poi intervenuta la consigliera Letizia Chiatti: “Ho varie perplessità e richieste. Chiedo al segretario generale in base a cosa si sia stabilito che la natura della Fin sia pubblica, quando sappiamo che la natura delle federazioni è tutt’ora molto controversa”.

Celestini ha risposto: “Il tema è molto articolato, ma le ultime pronunce ella giurisprudenza e

Caporossi

dell’Anac propendono per la qualificazione delle federazioni sportive nazionali come soggetti pubblici in relazione all’attività svolta. Nello statuto del Coni è presente un passaggio per cui le attività svolte dalle federazioni per la gestione degli impianti sportivi pubblici sono di rilevanza  pubblicistica. La Fin deve quindi essere considerata un soggetto pubblico”.

Chiatti ha incalzato: “Non è pacifica questa natura pubblicistica delle Federazioni, è una posizione che prende il Comune. C’è stata un ordinanza di rinvio alla Corte europea che ancora non ha deciso perché non è chiaro questo punto. Andiamo a fare un accordo con un soggetto che il Comune decide che ha natura pubblica. Io non credo che la Fin sia un soggetto pubblico. Vorrei poi dei chiarimenti e sapere se ci sono state garanzie da parte della Fin circa l’organizzazione degli Europei nella nostra piscina. Altro chiarimento: le attività commerciali dentro la struttura quanto pagano d’affitto e le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria dentro queste attività sono addossate all’amministrazione o alla federazione? Poi in merito alla facoltà di rinunciare all’accordo sarà il caso di stabilire un termine minimo di preavviso per non ritrovarci con un impianto natatorio non gestito?”.

E, poi intervenuto il consigliere Alvaro Ricci (Pd): “Il mio intervento sul merito della delibera lo farò in consiglio comunale. Mi associo ai colleghi della minoranza che mi hanno proceduto. Credo che siamo andati peggiorando. Per sette mesi e per fortuna con il Coronavirus sono state chiuse le strutture, noi viaggiamo a 30-40 mila euro al mese per pagamento fatture e bollette. Significa che questo tipo di indecisione a occhio e croce è costato intorno ai 200 mila euro di oneri. 30 mila euro mediamente al mese. E’ questo è un danno erariale certo. Il resto poi verrà con l’applicazione di questa sciagurata delibera che mi auguro che il consiglio comunale non approvi. Celestini dice che di fatto è stato messo nell’impossibilità amministrativa di procedere con il bando, ergo c’era una volontà politica a luglio di non procedere per evidenza pubblica. Non è ammissibile che continuiamo a pagare 30 mila euro al mese per luce, acqua, gas.  Le variazioni si possono fare. E’ chiaro che c’era una volontà politica della giunta di non procedere in quella direzione ed oggi lei Celestini lo ha dichiarato candidamente. E mi consenta assessore che l’organo che decide non è la sua volontà, ma il consiglio comunale. Il consiglio comunale non si è mai pronunciato. La delibera poi termina dicendo che il consiglio comunale autorizza proroghe. Ad oggi le motivazioni quali sono state, perché si autorizza la continuità e la proroga? Poi sul resto ci sono mille questioni. State trascinando il consiglio comunale dentro una vicenda complessa di cui il consiglio comunale ne è estraneo. Se poi si ritiene che le nostre osservazioni siano campate per aria ben facciano. Chiudetela questa vicenda, limitate i danni. La giunta li ha già prodotti. Il danno che andrete a fare è che dopo 16 anni il Comune avrà un bene vecchio con centinaia di migliaia di euro che dovrà versare. Ci deve portare in consiglio comunale poi assessore notizie in merito all’altro interesse che è stato presentato dall’altra società e i motivi per cui non avete dato l’ok per poter analizzare

Sergio Insogna

quella proposta presentata da una società diversa dalla Fin. Perché poi diamo la possibilità di svincolarsi dopo 3 anni?”.

Celestini ha risposto alla Chiatti sul pagamento degli affitti delle attività commerciali dicendo di aver chiesto alla Fin accesso agli atti al riguardo. L’assessore De Carolis ha risposto alla Chiatti in merito agli Europei: “Per gli europei di Nuoto fino a quando non firmiamo la convezione non abbiamo qualcosa di scritto per certificare questa cosa, ma la volontà è quella di utilizzare l’impianto come centro federale a disposizione degli Europei di nuoto che si terranno a Roma. Tutte le pre-gare per accedere alle fasi finali degli Europei ed una  è stata quella che c’è stata a marzo, si svolgeranno nel nostro impianto, che sarà al servizio delle varie gare propedeutiche per gli Europei e sarà la Fin  a valutare se l’impianto possa essere fondamentale per le gare finali, ma al momento non posso dare una certezza formale, ma questa cosa verrà messa in fase di convenzione”.

E’ stato poi la volta del consigliere Sergio Insogna: “Le mie valutazioni partono sempre dal regolamento perché credo che pur avendo apportato modifiche al regolamento per procedere a questo accordo, queste modifiche non fanno venire meno il regolamento, che deve essere applicato anche su questa nuova delibera. Qui ci sono delle situazioni che riguardano questo

Erbetti

documento, come il precedente. Partiamo da una delibera condivisa da tutto il consiglio comunale e la parte principale che ha tutti unito è che la gestione della piscina era a carattere provvisorio. Dopo un anno, cambiare le carte in tavola, dal punto di vista amministrativo significa che qualcosa non ha funzionato. Poi il sindaco a dicembre ha scritto di sua sponte una lettera al comitato regionale Lazio per attivare un centro federale, vorrei in primis leggere quella lettera. Tutte queste vicende mi hanno ancora più convinto che a maggior ragione è necessario procedere al bando pubblico. Fare questo accordo a casa nostra con il comitato regionale è molto riduttivo.  E’ il Comune di Viterbo che deve fare la promozione sportiva, invece affidiamo ad altri questo. Viterbo ha un progetto dello sport e riguarda anche la gestione  degli impianti positivi da parte delle associazioni locali. Ci sono anche due note positive: i colleghi di minoranza sono presenti e ci danno la possibilità di un dibattito completo. I 600 mila euro chiesti alla Larus è giusto che il Comune li abbia richiesti, se non lo avesse fatto sarebbe stato grave. La piscina ha un nome e cognome, si chiama Alessandro Palazzo, ora assessore. Leggere ancora ex Larus mi dà fastidio. In merito alla delibera, questa ha punti di debolezza notevole rispetto ad un bando e questi elementi sono principalmente la durata. Nel regolamento si parla di  anni con proroga non di 8 anni più altri 8. Quindi questo punto 2 è fuori luogo. il fatto dei 3 anni per poter recedere dal contratto poi è assurdo. Finiti i campionati europei mi lasci la piscina? In un bando è il Comune che detta le regole, invece così è la Fin che detta le regole. Sono dell’idea che non sono cambiate le valutazioni amministrative, mie rispetto alla decisione che prendemmo nel maggio 2019, anzi a maggior ragione è necessario fare un bando europeo per fugare qualsiasi tipo di dubbio. Apprendiamo che alcune società interessate sono

De Carolis

state stoppate perché si diceva che c’era questo bando”.

L’assessore De Carolis ha aggiunto: “Preciso una cosa: il sindaco non ha scritto al comitato regionale ma alla federazione stessa. Poi per il centro federale, quello della Smam, è un centro regionale, che non gestisce gli impianti, sono sempre convenzionati con Coni e Forze armate ed occupano solo spazi acqua. Questa è la differenza tra un centro regionale che sta a Viterbo ed un centro federale che ha scopi diversi. Tra l’altro i centri federali sono limitati in Italia. Inoltre noi siamo forse l’unico impianto dove riceveremo un canone da parte della Federazione, gli altri Comuni pagano attraverso un contributo per avere un centro federale sul loro territorio”.

Erbetti è sbottato “Rimando tutto al consiglio comunale, non abbiamo la possibilità di intervenire nel momento in cui qualcuno dice qualcosa. Voi mi bloccate il microfono e se devo ribattere all’assessore o al dirigente, posso intervenire dopo due ore. Modalità che non accetto”. Al che il presidente della commissione, Stefano Caporossi gli ha risposto: “Sto cercando di gestire gli interventi di tutti quanti”. Anche la consigliera Chiatti ha riferito: “Anche io interverrò in consiglio comunale”. Erbetti ha rimarcato: “Il regolamento esiste ancora e si parla di 5 anni non  di 8+8”.

Si è, quindi, proceduto intorno alle ore 13, alla votazione della proposta di delibera del consiglio comunale per l’istituzione di un centro federale presso la  piscina comunale di Viterbo : 5 voti contrari, quelli della minoranza e 6 favorevoli. Prossima tappa il consiglio comunale.

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