Potabilità delle acque Ato 1, il comitato “Non ce la beviamo”: “Tutto chiaro o quasi”

VITERBO – Riceviamo dal comitato “Non ce la beviamo” e pubblichiamo: “Le nostre acque potabili sono sicure? Possiamo stare tranquilli? In teoria si, la normativa è molto chiara: il gestore esegue delle verifiche interne, le autorità competenti – le ASL di riferimento – eseguono verifiche attraverso un piano annuale dei prelievi che individua anche i punti di prelievo e consegnano i campioni all’ARPA Regionale che esegue le analisi chimiche e microbiologiche attraverso un proprio laboratorio accreditato presso L’Organismo di Accreditamento Nazionale (Accredia), che ne garantisce la correttezza. I valori sono poi raffrontati con quelli standard ammessi dalla normativa, disponendo le opportune azioni correttive in tutti i casi di scostamento.

Tutto logico, tutto conforme. Ma se un cittadino volesse sincerarsi di persona e verificare il processo sopradescritto, iniziano i guai. Già, perché i dati sono di difficile reperimento. Iniziamo dalle analisi interne del gestore: nel caso di Talete, non se ne ha notizia, il sito di Talete SPA non dice nulla. Se andiamo sul sito della ASL, dopo un po’ di ricerche, sbucano i dati del nostro ATO 1 relativi a tutti i comuni, ma solo quelli relativi alla quantità di arsenico e di fluoruri. Di tutti gli altri parametri chimici e microbiologici non si dice alcunché. E dire che per Ronciglione e Caprarola a volte i valori di arsenico e fluoruri rientrano nella norma, inducendo a pensare che le acque del lago siano potabili. In realtà per tali comuni esistono delle ordinanze di non potabilità fin dal 2008, a causa della presenza di alghe e microcistine dannose per la salute, quando non addirittura cancerogene. Anche le date di effettuazione non sono chiare, alcuni dati si riferiscono a settembre 2019, altri a novembre 2019, altri ancora a gennaio o febbraio 2020. E non ci sono indicazioni sulla periodicità pianificata dei controlli, ma solo il totale dei prelievi a consuntivo  e non sono presenti dati storici.

Insomma quello che veramente manca nei confronti del cittadino è una corretta informazione. Noi come comitato Non ce la beviamo chiediamo che le analisi siano effettuate con cadenza minima mensile, con relativa pubblicazione dei risultati, riportando nei dati per ogni Comune le eventuali ordinanze relative alla non potabilità delle acque. In particolare vorremmo che siano resi pubblici i seguenti dati:

  • Risultati delle analisi rispetto a tutti i valori chimici e microbiologici di legge
  • Piano dei controlli interni del gestore (frequenze e punti di prelievo) e risultati delle analisi
  • Tipologia di laboratorio utilizzato per i controlli interni (accreditamento, qualifica, etc.)
  • Piano annuale dei controlli della ASL (frequenze previste e effettive)
  • Storico dei risultati delle analisi rispetto a tutti i valori chimici e microbiologici di legge

L’Arsenico è classificato dall’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro come elemento cancerogeno certo di classe 1, e posto in diretta correlazione con molte patologie oncologiche, e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. Pertanto questo elemento non dovrebbe essere presente nelle nostre acque neanche in minima quantità.

Invitiamo, quindi , la ASL , la Regione e i Sindaci dei Comuni a porre la massima attenzione sulla qualità dell’acqua che viene erogata effettuando i dovuti controlli attraverso sistematici frequenti monitoraggi e mettendo in atto interventi urgenti per garantirne la potabilità.

Siamo convinti che una chiara e corretta informazione vada a vantaggio di tutti, del gestore, delle aziende preposte ai controlli, dei cittadini, della democrazia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE