ROMA – Ieri, lunedì 24 febbraio 2025, la Fondazione Goffredo Parise e Giosetta Fioroni ha presentato le attività e l’archivio nella sua sede operativa, lo studio di Giosetta Fioroni, in via di San Francesco di Sales 66 a Roma.
“L’idea di dar vita ad una fondazione è nata dalla forte volontà che ho sentito di tutelare la personalità intellettuale e artistica del mio compagno di vita, Goffredo Parise, e allo stesso tempo di unire i nostri percorsi lavorativi in un sodalizio virtuoso all’insegna dell’organicità e della valorizzazione” afferma Giosetta Fioroni.
La Fondazione, nata nel 2018, è formata da un Consiglio d’Amministrazione in cui il Presidente Onorario è Giosetta Fioroni stessa, Presidente Davide Servadei, Vicepresidente Francesco Adornato, Consiglieri Giovanni Barbanti Brodano, Scipione de Leonardis, Francesco Silvestrini, Gabriele Strada ed è diretta da Giulia Lotti.
La Fondazione raggiunge la sua totale operatività, impegnandosi ad assicurare uno strumento di conservazione e valorizzazione in grado di far sì che l’insieme delle opere dei due autori e il loro apporto alla cultura nazionale e internazionale sia tutelato, salvaguardato, conservato, valorizzato e promosso nel miglior modo possibile.
Oltre alla preservazione e alla catalogazione dell’intero corpus di opere, la Fondazione custodisce l’archivio nel quale è stata raccolta tutta la documentazione relativa al lavoro di Giosetta Fioroni e una parte del fondo archivistico di Goffredo Parise.
La Fondazione sarà aperta per studiosi, istituzioni e collezionisti e si occupa, detenendone la legittimità, di portare avanti la procedura per la archiviazione e autenticazione delle opere dell’artista (https://fondazionegiosettafioroni.it/autentiche-fioroni/) allo scopo di realizzare il Catalogo Generale delle opere di Giosetta Fioroni.
Nella sede della Fondazione si prevede di organizzare degli eventi, iniziative culturali di rilievo. Tra questi, in programma, sono previste ad esempio alcune giornate dedicate alla lettura di testi di Goffredo Parise, visite guidate all’archivio d’artista, proiezione dei film realizzati da Giosetta Fioroni e talk su temi eterogenei riguardanti in particolare l’arte e la letteratura, non solo del Novecento.
La Fondazione si propone inoltre di bandire borse di studio e premi legati all’approfondimento della conoscenza dell’opera dei due artisti, di collaborare a progetti condivisi con giovani artisti, di stipulare collaborazioni con istituti di ricerca come scuole di specializzazione e Università, nonché di promuovere mostre e convegni legati al lavoro dei due autori.
Infine la Fondazione ha avviato una serie di rubriche sui propri canali social, dedicati all’approfondimento di temi specifici inerenti la produzione artistica di Giosetta Fioroni, come le serie di lavori, le tecniche utilizzate, le tematiche affrontate.
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Giosetta Fioroni (Roma 1932) si è formata a Roma nell’orbita di Cy Twombly, per poi trasferirsi a Parigi dal 1958 al 1961. Dopo la condivisione degli orientamenti pop di Mario Ceroli, Tano Festa e Mario Schifano, ha sperimentato le tecniche del collage e della fotografia. Celebri le serie di scatole-assemblages, teatrini e acquarelli in cui ricorrono forme semplici, come stelle, fiori, cuori. Dagli inizi degli anni Novanta si è avvicinata alla ceramica che, attraverso la creazione di rilevanti cicli scultorei, ha contraddistinto la sua produzione più recente. Nel 1993 ha presentato una mostra personale alla Biennale di Venezia, mentre tra le sue esposizioni più recenti vanno citate Senex. Ritratto d’artista (con Marco Delogu, Roma, Ala Mazzoniana – Stazione Termini, 2002), la mostra fotografica L’altra Ego (Roma, Macro, 2012), la sua prima antologica americana L’argento 1956-76 (Drawing Center di Manhattan, 2013) e l’esposizione monografica Viaggio sentimentale (Milano, Museo del Novecento, 2018). Nel 2013 l’artista ha pubblicato il testo autobiografico My story. La mia storia. Tra il 2013 e il 2020 opere di Giosetta Fioroni sono esposte in numerose collettive nelle più rilevanti sedi museali italiane, come, tra le altre, il Palazzo delle Esposizioni a Roma (Anni ’70. Arte a Roma, 2013), il Madre di Napoli (Teatrini-presepi, 2015), il Museo delle Arti di Catanzaro (Roma anni ’60, 2016), il MACRO di Roma (Roma Pop City 60-67, 2016), il Guggenheim di Venezia (Imagine. Nuove immagini nell’arte italiana 1960 – 1969, 2016), la Fondazione Prada a Milano (TV 70. Francesco Vezzoli guarda la Rai, 2017), il Museo Novecento a Milano (Viaggio Sentimentale, 2018), il Palazzo del Quirinale (Quirinale Contemporaneo, 2019) e la GAM di Torino (Giorgio De Chirico. Ritorno al futuro, 2019). All’estero in quegli anni opere di Giosetta Fioroni sono presentate alla mostra personale Giosetta Fioroni. The 60’s in Rome allestita presso il MOMMA – Moscow Museum of Modern Art, Russia, nel 2017, e alle collettive inaugurate presso l’Italian Cultural Institute di Londra (Misteriosofico, 2018) e al MAMAC – Musée d’Art Moderne et d’Art Contemporain di Nizza (She Bam Pow Pop Wizz! Les Amazones du Pop, 2020). Nel 2022 il CAMEC – Centro Arte Moderna e Contemporanea di La Spezia ospita la personale Il piccolo grande cuore di Giosetta. Il 24 maggio 2023 Giosetta Fioroni ottiene il Premio Nazionale alla carriera Elio Pagliarani.
Goffredo Parise (Vicenza 1929 – Treviso 1986) è stato scrittore e saggista. Il suo talento si rivelò fin dal romanzo d’esordio, Il ragazzo morto e le comete (1951), di crudo realismo e al tempo stesso intenso e poetico, cui seguì La grande vacanza (1953). Dalla purezza della giovanile ribellione passò a un romanzo in apparenza tradizionale e vocato al successo, anche per il tema scabroso, Il prete bello (1954), di ambientazione provinciale e d’impianto realistico, ma notevole per la lucidità della penetrazione psicologica e il nitore della prosa. Dopo altri due romanzi ambientati nella provincia veneta, Il fidanzamento (1956) e Amore e fervore (1959; dal 1973 col tit. Atti impuri), Parise diede con Il padrone (1965) una caustica satira dell’industria culturale e una denuncia dell’alienazione neocapitalistica sorretta da un’audace invenzione fantastica. Autore di sceneggiature e di testi teatrali (L’assoluto naturale, 1967), raggiunse i suoi risultati più maturi con i racconti (Il crematorio di Vienna, 1969; Gli americani a Vicenza e altri racconti, 1952-1965, post., 1987), che culminarono nel paradossale pedagogismo di Sillabario n. 1 (1972) e Sillabario n. 2 (1982). Pubblicò diversi libri legati al suo lavoro di inviato per il Corriere della sera: Cara Cina (1966); Guerre politiche. Vietnam, Biafra, Laos, Cile (1976); L’eleganza è frigida (1982).
Giulia Lotti, direttrice della Fondazione, è storica dell’arte e curatrice. Tra le esperienze lavorative più importanti presso sedi archivistiche, ha lavorato per la collezione Laureati Briganti, l’Archivio Franco Angeli ed è responsabile dello Studio Eliseo Mattiacci. Ha maturato varie esperienze anche come docente e ha collaborato all’organizzazione di mostre presso la Fondazione Prada di Milano e la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma.