Presentazione libro don Dante Bernini

VITERBO – Se ne è andato quattro anni fa il 27 settembre 2019 a 97 anni con il titolo di vescovo più anziano d’Italia, il primato di uno dei sacerdoti più amati della Tuscia Viterbese e, soprattutto, con il privilegio di essere nativo della Quercia, il borgo della sua vita
In tempi come questi fa bene ricordare don Dante Bernini, presente nella mente di migliaia di fedeli, prete umile e per questo grande, di cui si tornerà a parlare nell’incontro aperto a tutti del prossimo 17 novembre alle ore 16,00 nel Coro del Santuario dii Santa Maria della Quercia grazie al Lions Club e al Touring Club.
Certamente per non dimenticare la sua figura di uomo di Dio e Maestro di vita, capace di grande umanità. Ce ne parlerà uno dei suoi “discepoli” più fedeli, don Gianni Carparelli, presentando il suo libro a lui dedicato dal titolo “Il giorno ottavo” , metafora biblica di speranza, come annota Aurelio Rizzacasa nella sua prefazione.
Don Gianni ne farà dono a tutti gli intervenuti che avranno anche la possibilità di visionare un filmato realizzato da Gianni Quatrini su alcuni frammenti di don Dante, sparsi ovunque, che compongono il suo incredibile mosaico di vita cristiana, dal giorno in cui fu ordinato sacerdote nel 1945, al suo dies natalis.
Fu professore di fisica e matematica, rettore del Seminario regionale La Quercia, vescovo di Albano e Segni vice presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità europea e presidente della Commissione Cei per Giustizia e Pace. Il 13 aprile 2015, nell’anniversario della promulgazione della enciclica Pacem in Terris, venne realizzata in suo onore a Viterbo una “Giornata per la pace”.
Ma i titoli che contano – ci ricorda Carparelli – sono quelli dell’anima e dell’immenso bene seminato durante il suo apostolato. I suoi allievi, oggi sacerdoti e parroci non solo di Viterbo, devono a lui preziosi insegnamenti e consigli spirituali, specialmente negli anni del Concilio Vaticano II di cui don Dante fu un attento testimone.

Nella foto, un’immagine emblematica di don Dante che insieme ad una bambina col palloncino guarda in alto, verso l’infinito.

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