Progetto “Castro: una citta, tante storie”, alla scoperta di una città perduta

ISCHIA DI CASTRO ( Viterbo) – Le rovine della splendida Castro Rinascimentale, sorta su un miserabile abitato medievale, in un’area ove fu già un insediamento Etrusco di cui resta la Necropoli, si trovano nel territorio del comune di Ischia di Castro che, dopo l’unità d’Italia, volle ricordare, aggiungendolo al proprio, il nome della perduta capitale dell’effimero Ducato istituito da papa Paolo III Farnese per il figlio Pierluigi, ma distrutta dopo appena un secolo per volere di Innocenzo X Pamphilj.

E a Ischia di castro si trova anche il Museo  Civico Archeologico “Pietro e Turiddo Lotti”, che ne conserva alcuni significativi elementi, scampati alla distruzione e ai successivi saccheggi, insieme a reperti che testimoniano efficacemente la presenza umana e le manifestazioni culturali della zona: dalla Preistoria al periodo Etrusco, del quale espone straordinari corredi funebri ed emozionanti sculture di animali fantastici, agli insediamenti rustici di età Romana, al Medioevo, con la dominazione Longobarda, sino appunto allo splendore Farnesiano.

Il Parco Archeologico Antica Castro è parte del comprensorio della Fondazione Vulci, alla quale il Comune di Ischia di Castro partecipa, nata per la gestione del Parco Archeologico e Naturalistico della non lontana, potente città Etrusca, sotto il cui dominio probabilmente ricadeva anche l’insediamento castrense, insieme ad altri, sorti lungo il corso del fiume Fiora; il Museo Civico è inserito nel Sistema Museale del vicino lago di Bolsena, SimuLaBo, che comprende dodici Musei disposti intorno al più grande lago vulcanico d’Europa, dedicati ognuno a narrare le tante, e diverse, fasi della storia, e ogni aspetto delle Culture locali.

Questa parte Nord-Occidentale della provincia di Viterbo, prossima al confine con la Toscana e alla costa di quel mare che ancor oggi chiamiamo Tirreno, dal nome che diedero i Greci agli Etruschi, con i quali ebbero continuità di scambi materiali e ideali, sebbene ancora poco nota, possiede molteplici, e forti, motivi di attrattività culturale e turistica: un territorio generato da eventi immani di sollevamento di fondali marini, possenti eruzioni durate centinaia di migliaia di anni, terremoti catastrofici che sconvolsero depositi vulcanici spessi chilometri, alluvioni e risalite di acque termali, presenta oggi un aspetto vario, aspro e dolcissimo.

Un paesaggio rimasto quasi intatto, grazie alla rara presenza d’insediamenti umani e alla pratica di un’agricoltura prevalentemente estensiva e di un allevamento brado o semibrado, che forniscono anche, insieme alle colture di Vite e Olivo, presenti sin dall’Antichità, produzioni agroalimentari di grande valore e spiccata tipicità, che muovono un turismo enogastronomico attento e informato; mentre le testimonianze archeologiche, storiche e artistiche attirano visitatori, in gran parte stranieri, che apprezzano anche uno stile di vita rilassato e consapevole.

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