Progetto “Chedar”, l’Unitus per la valorizzazione del patrimonio culturale mediorientale

VITERBO – L’Università degli Studi della Tuscia, con il progetto denominato “Chedar” – Cultural Heritage Digitization And Reconstruction, fa parte della compagine che ha ottenuto un finanziamento di oltre due milioni di euro dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Si tratta di uno dei progetti di rilevante interesse internazionale selezionati nell’ambito di “Legacy Expo 2020 Dubai”, un’iniziativa finalizzata a perseguire gli obiettivi di internazionalizzazione stabiliti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per progetti di ricerca e alta formazione da realizzarsi in Medio Oriente.
Il progetto, coordinato dall’Università degli Studi di Firenze, ha l’obiettivo di creare un centro di ricerca e formazione specializzato nella digitalizzazione, conservazione e ricostruzione dei beni culturali in Medio Oriente. Partecipano in qualità di co-proponenti anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Accademia delle Belle Arti di Carrara, l’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Firenze, l’Istituto Centrale per il Restauro, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, l’Università degli Studi Roma Tre, l’Università Campus Bio-Medico di Roma e l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

“È un’occasione unica per collaborare all’avvio di competenze e protocolli di formazione inclusivi a livello internazionale, focalizzati sulla digitalizzazione, conservazione e ricostruzione dei beni culturali nell’area che si estende dal Mediterraneo allargato, ai paesi del Golfo, al sud-est Asiatico e all’Africa settentrionale”, ha dichiarato Ilaria Baffo, referente del Rettore per la gestione e la contabilizzazione dei progetti di ricerca, “Il progetto ‘Chedar’ conferma la continua e incessante volontà di crescita delle università italiane verso uno sviluppo inclusivo, internazionale e collaborativo della ricerca, della formazione e dei rapporti con i territori.”

L’attività progettuale coinvolgerà ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti dell’Ateneo, che potranno sviluppare sinergie collaborative utili alla creazione di modelli replicabili in altri contesti territoriali e riguardanti altri temi di ricerca.

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