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Protesta unanime contro il deposito nucleare: Presidente della Provincia e sindaci uniti

di REDAZIONE-

VITERBO- Nell’assemblea dei sindaci svoltasi ieri mattina, è emerso un deciso rifiuto alla realizzazione del deposito nazionale di scorie nucleari nella Tuscia. Il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, ha guidato l’iniziativa, portando una mozione a Palazzo Gentili, ottenendo il sostegno unanime dei primi cittadini viterbesi. La mozione non solo chiede un’audizione alla Sogin (la società di Stato incaricata della costruzione del deposito) e promuove azioni contro questa ipotesi, ma affida al presidente il mandato di opporsi legalmente con ogni mezzo disponibile.

Subito dopo l’assemblea, Romoli ha annunciato che, entro il 2 o al massimo il 3 gennaio, si recherà personalmente dagli avvocati dell’ente per redigere il ricorso. Il documento sarà poi presentato a tutte le istituzioni locali. Il ricorso sarà diretto contro l’ultima pubblicazione della Sogin, la Cnai, che indica 21 siti nella Tuscia come idonei a ospitare il deposito, su un totale di 51.

È probabile che i Comuni selezionati nella Cnai si uniscano al ricorso della Provincia. Da Tarquinia a Montalto, passando per Tuscania, Corchiano, Arlena e Tessennano, grandi e piccoli Comuni si coalizzano contro l’idea del bunker di rifiuti radioattivi. Anche il capoluogo, Viterbo, si unisce alla battaglia. La sindaca Chiara Frontini ha dichiarato che, nonostante il territorio comunale non sia direttamente coinvolto, il Consiglio comunale di Viterbo si unirà alla lotta, motivando la contrarietà alla scelta di individuare la sede del deposito nella provincia. Frontini ha sottolineato l’importanza di presentare argomentazioni tecniche e sottolineato un impatto cumulativo insostenibile, considerando il 78% di impianti rinnovabili nel territorio, un piano regionale di gestione dei rifiuti disatteso e altre servitù. Il messaggio finale è di resistenza e determinazione contro decisioni imposte dall’alto che colpiscono la provincia di Viterbo.

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