Prove di domani. Le risorse diffuse dell’Italia

di VINCENZO CENITI-

VITERBO- Proviamo a scrutare oltre la siepe. Il coronavirus ci lascia meno affollamento sulle spiagge, nei centri commerciali, nei mezzi di trasporto, negli spettacoli ed altro .  Che fare in alternativa?  Sfruttiamo l’arma che altri Paesi non hanno, quella delle risorse diffuse. Nessuno ha un territorio così ricco e variegato di attrazioni storiche, artistiche, paesaggistiche, tradizionali ed enogastronomiche come quello italiano. Va però riconsiderata – si legge in un memorandum di Unionturismo – la rete dei collegamenti viari e ferroviari che uniscono località “minori”  in cui ci sono maggiori opportunità  di turismo sostenibile ed esperienziale. E’ necessaria, inoltre, la partecipazione degli abitanti dei piccoli borghi, eredi di una civiltà rurale non del tutto abbandonata e dimenticata, portatori di valori tradizionali e umani. L’Italia deve diventare una “casa” accogliente in ogni angolo e soprattutto sicura, dalle Alpi alla Sicilia, dove la municipalità e le comunità locali giocavo un ruolo determinante soprattutto nell’accoglienza (13 maggio 2020 Unionturismo news).

TELGRAPH. BEATI VOI. Il Daily Telegraph tifa per l’Italia. “Nessun altro Paese – scrive Tim Jepson in un recente articolo apparso sul prestigioso quotidiano britannico – ha tante ricchezze e una combinazione di arte, cultura, cibo, vino, moda, teatro, persone e paesaggi che non ha eguali e neppure una combinazione così efficace di antico e moderno, bello e seducente. Nel 2019 i turisti stranieri hanno rappresentato il 50,3% delle presenze totali in Italia. Molti di loro provenivano dal Regno Unito e nonostante l’emergenza sanitaria e le nuove disposizioni della Brexit emerge che i britannici continuano ad amare il nostro Paese e che, finito il lockdown tra le frontiere, torneranno a farci visita”. Cosa piace dell’Italia? La gente, i borghi, i laghi, le isole, le Dolomiti, l’arte, Venezia e la Toscana (13 maggio 2020 Unionturismo news).

ENIT. ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO. L’Enit non si illude. Per la crescita del turismo se ne parlerà nella primavera del 2021. Le città che registreranno un maggior disagio saranno quelle che più attraggono il turismo internazionale.   “Le città che dipendono maggiormente dai viaggiatori internazionali, come Venezia e Firenze – si legge nel bollettino istituzionale –  dovrebbero subire un calo percentuale maggiore nei viaggi nel 2020: maggiore è la percentuale di visitatori a lungo raggio, maggiore è l’impatto, perché si presume che i mercati a lungo raggio siano più colpiti dalla pandemia che quelli a corto raggio. Scendendo nel dettaglio si vede nel 2020 un calo del 43,4% sul 2019 a Venezia, del 36% a Firenze, del 25,8% a Milano, del 22,7% a Palermo, mentre a Torino (di solito più dipendente dal mercato domestico) il dato si inverte con un calo del 21,4% di turisti italiani e del 15,6% di turisti stranieri” .

Da più parti si sostiene  che con il “turismo nostrano” corriamo il rischio di regredire nella classifica dei partner europei rispetto a Spagna, Grecia e Croazia. Si può ripartire con i giovani viaggiatori stranieri e puntare sulla loro vocazione all’ “avventura”. I prezzi bassi potrebbero invogliare a pianificare un viaggio in Italia magari a Settembre se non verranno fermati dall’incertezza di protocolli di controllo alle frontiere  (13 maggio 2020 Unionturismo news).

  TERME. OK ALLA VOCAZIONE. Sicurezza igienica dei percorsi e dei trattamenti; aggiornamento con nuove proposte curative e riabilitative dell’offerta; un concreto inserimento nel sistema sanitario dei territori (Medici di medicina generale e farmacie) ; potenziamento della ricerca scientifica e della formazione in medicina termale. Queste alcune proposte e strategie operative emerse dal workshop svoltosi nei giorni scorsi per iniziativa di Femtec (Federazione mondiale delle Terme) con i leaders delle istituzioni termali di 14 Paesi . Coordinati da Umberto Solimene (presidente Femtec) e Alceste Santuari (Commssione Health Tourism),  i vari relatori hanno affrontato le  attuali problematiche termali connesse alla pandemia del Covid-19 ed alle disposizioni di legge governative. Tutti i partecipanti hanno poi sottolineato la fondamentale importanza del supporto economico e normativo dei rispettivi governi per salvare un settore che in alcuni territori svolge un ruolo chiave di attività. Secondo il presidente Femtec Solimene, le terme devono compiere  autoanalisi critica, costruttiva e propositiva per evidenziare soprattutto la loro “vocazione” sanitaria, anche sottoponendo a seria revisione la recente evoluzione. Devono inoltre superare il “particolarismo” locale e nazionale dell’approccio: pur considerando le specificità di tradizione, di ambiente, di cultura e di normative di ciascuna struttura termale. Le terme dovrebbero tendere ad un coordinamento ( clusters della salute) in funzione di una capacità di creare risposte sistemiche e non estemporanee (13 maggio 2020 Unionturismo news).

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