Qualità della vita e statistiche: interviene Mattioli

Spettabile Redazione, sia chiaro: le statistiche fornite da vari Centri di Ricerca sulla qualità della vita delle province italiane rispecchiano la definizione stessa di qualità della vita, gli indicatori che vengono scelti per calcolarla e i pesi specifici che a questi vengono assegnati. Quindi, cambiando criteri, cambierebbero le graduatorie.

Diamo per buone le scelte fatte dai ricercatori, ma con riserva; perché stento a credere che, ad esempio, Roma o Milano siano più “sicure” di Viterbo o di Frosinone.

Ma andiamo oltre. Qualche anno fa Matera è stata designata capitale europea della cultura. Una scelta che lascia perplessi, se ci si basasse su riferimenti oggettivi: perché è improbabile che, per il fatto di essere stata scelta da Pasolini e da Mel Gibson come scenari di due film su Gesù Cristo, per essere stata oggetto di attenzioni negli anni ’50 dagli antropologi che studiavano il familismo amorale, o perché vanta scenografiche e suggestive caverne-abitazioni, si possa diventare capitale europea della cultura.

Viterbo, con il suo passato medievale e rinascimentale, con il suo paesaggio storico, con le sue irripetibili manifestazioni del folclore religioso, con la sua università, persino con la sua reiterata presenza negli scenari della cinematografia, si trova di gran lunga avanti a Matera sul piano del patrimonio culturale.

Ma tant’é… Subentrano piuttosto altre considerazioni, direi altre “narrazioni”, che hanno a che vedere con la necessità di favorire il riscatto del Mezzogiorno – non solo italiano, ma d’Europa – con l’attrazione esercitata dalla cultura contadina in una società altamente tecnologica, e con altre strategie meno nobili che sono però comuni e comprensibili nelle sfere della politica.

Che c’entra Matera con il discorso sulla qualità della vita? Beh, dopo essere diventata capitale europea della cultura, e quindi essere stata oggetto di particolari attenzioni da parte del turismo, anche internazionale, dell’economia, della politica (e ovviamente della cultura…), ci si aspetterebbe un deciso contraccolpo e un grosso scatto di reni in avanti; cioè, che questa marginale provincia del Sud si riscattasse attestandosi quanto meno nella prima metà della graduatoria, quella delle province con una qualità della vita “accettabile”, grosso modo tra il trentesimo e il sessantesimo posto. Invece no: Matera sta nella categoria che riguarda le province che hanno una qualità della vita “discreta”, a contendersi i posti – con Viterbo e con il capoluogo regionale Potenza- tra il 60° e l’80°…

Forse è la cultura che non è decisiva nella misurazione della qualità della vita? Potrebbe essere… in fin dei conti quanti ce ne sono nel mondo di luoghi bellissimi, di alta ispirazione culturale, che pure si trovano in paesi arretrati sotto ogni punto di vista, in Asia, in Africa, nelle Americhe e persino in Europa?

Tutto ciò per dire che Viterbo non si aspetti di poter essere scelta come capitale europea della cultura, per poi restarsene beata nel letto della Bella Addormentata in attesa del bacio ristoratore dell’Europa. Perché un successo del genere non cambierebbe di molto la sua qualità della vita, se nel frattempo non sapesse migliorare, oltre che l’offerta turistico culturale ed enogastronomica, anche la civiltà e il civismo dei suoi cittadini, la salute, la sicurezza e l’igiene pubblica, l’assistenza e la puntualità dei servizi, l’attrattività economica, l’accessibilità infrastrutturale, l’indipendenza dagli umori politico-istituzionali della Capitale.

Suggerirei di pensare alla cultura in altro modo: alla cultura dell’accoglienza, della vita collettiva, dello stimolo turistico-economico, dello sviluppo sostenibile, delle competenze reali, della tutela sanitaria, della maturità politica che produce confronti piuttosto che chiacchiericci e sgambetti da condominio.

Francesco Mattioli

Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE