“Quando la Parola mette le radici” La Lectio Divina di don Pier Luigi Quatrini

CIVITA CASTELLANA (Viterbo)- In occasione dell’anniversario della morte di don Pier Luigi Quatrini, si terrà domenica prossima presso la Curia di Civita Castellana un incontro sulla “Lectio divina”.
Il Convegno è organizzato dall’Associazione “don Piccolo” in collaborazione con la Diocesi di
Civita Castellana per riscoprire la centralità della “Lectio divina”. Le suore Benedettine e le Sorelle di Bose di Civitella S. Paolo parleranno della Lectio divina nella vita della Chiesa. Il Prof. don Gabriel Gabati, prenderà la parola per illustrare L’uso della Sacra Scrittura nella vita del Servo di Dio don Pier Luigi Quatrini.
Alle ore 18.30 la S. Messa presieduta dal Vescovo Marco Salvi, in Cattedrale, concluderà l’incontro.
Dopo la chiusura della fase diocesana della Causa di beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio don Pier Luigi Quatrini lo scorso 9 luglio, l’associazione don Piccolo, insieme alla diocesi, continua la proposta di un cammino di conoscenza, di studio e di approfondimento della spiritualità
del Servo di Dio. «Quando al Parola mette radici» sono parole tratte dalle omelie di don Pier Luigi, raccolte da suor Valeria Critelli delle monache Cottolenghine di Manziana e raccolte in un volumetto, e vogliono essere un filo rosso della vita del Servo di Dio.
Negli anni 80/90, il cardinal Martini a Milano aveva fatto riscoprire il metodo della “lectio divina” nei suoi incontri in un Duomo di Milano gremito di giovani, facendo rinascere l’amore per la Parola di Dio. Anche l’Azione cattolica e la pastorale giovanile nelle varie proposte si rifacevano a questo metodo e il Servo di Dio ne era attento e curioso conoscitore. E la Parola di Dio diventava specchio per guardarsi e conoscersi dentro, diventava luce che illuminava strade nuove negli incroci della vita, era parola consolatoria per le lacrime medicina per potersi rialzare nelle fragilità… la Parola metteva radici. La vocazione e la missione del giovane Pier Luigi, come animatore prima e come prete poi, sono il raccolto del frutto pieno di quella Parola che, caduta in terra, non è rimasta da sola ma ha prodotto molto frutto.
Questa scia di luminosa speranza che il servo di Dio ha lasciato dietro a sé, è presente ed efficace non solo per mezzo del ricordo che si fa di lui, ma con l’esempio che ha lasciato come laico, sacerdote e persona, che ha vissuto la malattia in una chiave di grazia e speranza nel Risorto.
Attraverso questa luminosa figura, di vicinanza e accoglienza, di servizio e condivisione, oggi la diocesi di Civita Castellana ha un esempio concreto e tangibile che la santità è possibile.

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