“Quasi12-Nessun colpevole”. A Caprarola due proiezioni del documentario che narra la tragica vicenda del piccolo Stefano Pompeo

CAPRAROLA (Viterbo) – Il documentario “Quasi12” tratto della tragica vicenda di Stefano Pompeo: un bambino ucciso per errore dalla mafia, oltre 20 anni fa in Sicilia, sarà proiettato a Caprarola, in provincia di Viterbo, il 31 marzo nelle scuole e il primo aprile, aperto all’intera cittadinanza, alle 19 al Teatro Don Paolo Stefani. Grazie al clamore provocato da questo documentario, scritto e diretto dal giornalista Gero Tedesco, dopo oltre 20 anni di silenzi la Direzione Distrettuale Antimafia ha deciso di riaprire le indagini e ora, per la prima volta, ci sono tre indagati di omicidio.
Sarà proiettato venerdì primo aprile, alle 19, al teatro Don Paolo Stefani di Caprarola il documentario “Quasi12-Nessun colpevole” che narra la tragica vicenda del piccolo Stefano Pompeo, un ragazzino siciliano di 11 anni, che venne ucciso per errore, da un commando mafioso, il 21 aprile del 1999. Per decisione del Comune di Caprarola e della produzione l’ingresso sarà gratuito fino ad esaurimento posti. Una prima proiezione, ma riservata solo alle scuole, si terrà al Palazzo della Cultura il 31 marzo alle 11. A volere fortemente la proiezione di Quasi12-Nessun colpevole a Caprarola, proprio per il forte messaggio di legalità che lancia, è stato il Comune che ha dato il suo patrocinio. Il documentario che nei mesi scorsi è stato proiettato nei cinema, negli auditorium Rai e nelle Università italiane, è prodotto da Fuoririga ed è stato scritto e diretto dal giornalista Gero Tedesco.
La sera del 21 aprile del 1999 dei colpi di fucile squarciarono il silenzio tra le campagne di Agrigento e Favara. Fucilate esplose all’indirizzo di un fuoristrada di proprietà di un presunto boss di Cosa Nostra favarese. I sicari erano convinti di avere fatto centro, di avere eliminato il nemico. Ma si sbagliavano. A morire fu il piccolo Stefano Pompeo, che aveva appena undici anni. dallo Stato. Il documentario “Quasi12. Nessun colpevole” ripercorre, per la prima volta, l’intera vicenda facendo parlare, tra gli altri, i protagonisti, loro malgrado, di una tragedia dimenticata: la mamma, il padre, l’ex componente della Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Scozzari, l’insegnante del piccolo, Carmela Di Caro, il giornalista Franco Castaldo che si occupò del caso. A spiegare come sia potuto accadere che nulla era stato mai fatto per trovare la verità è il procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella.
“Si tratta di una storia incredibile – dice Gero Tedesco. Si tratta dell’omicidio di un bambino che è caduto quasi totalmente nell’oblìo. Abituati, ormai, al sezionamento di fatti di cronaca fa specie e rabbia che, oltre 20 anni dopo, dell’assassinio di Stefano non si sapesse praticamente nulla. Nessuno è mai stato condannato e nessuno era stato addirittura indagato. Da qui il sottotitolo del documentario che mette in evidenza che i colpevoli ci sono, ma non per la legge. Stefano Pompeo aspetta ancora giustizia. Questo documentario – continua Tedesco – aveva come obiettivo quello di scuotere le coscienze, di fare riaprire il caso e di cercare di dare un nome, un volto, un’identità agli assassini di Stefano. Abbiamo cercato di risvegliare emozioni, di svegliare coscienze assonnate. Da ogni testimonianza, in Quasi12, trapela una commozione genuina e lacerante che deve trovare ascolto. Quasi12 vuole che non si dimentichi che su quel fuoristrada poteva esserci ognuno di noi. Dimenticare Stefano sarebbe come ucciderlo un’altra volta. Abbiamo raggiunto l’incredibile obbiettivo di fare riaprire il caso, ora per la prima volta ci sarà un processo nel quale verranno accertate molte cose fino ad ora rimaste oscure”.

 

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