Quirinale, il saluto del presidente della Repubblica Mattarella

di REDAZIONE-

ROMA – “Credo che ciascun Presidente della Repubblica, all’atto della sua elezione, avverta due esigenze di fondo: spogliarsi di ogni precedente appartenenza e farsi carico esclusivamente dell’interesse generale, del bene comune come bene di tutti e di ciascuno. E poi salvaguardare ruolo, poteri e prerogative dell’istituzione che riceve dal suo predecessore e che, esercitandoli pienamente fino all’ultimo giorno del suo mandato,  deve trasmettere integri al suo successore”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nell’ultimo discorso agli italiani, visto che, secondo la Costituzione, il suo compito si esaurirà tra pochi giorni. “Non mi sono mai sentito solo – ha detto Mattarella, che ha confidato la sua convinzione che l’Italia ce la farà, ringraziando più volte gli italiani per la serietà dimostrata nella pandemia. Mattarella ha rimarcato la sua fiducia nella scienza e la dura condanna degli atteggiamenti no-vax che ha definito “offensivi” nello sprecare i vaccini rispetto ai troppi lutti del Paese. “la Costituzione affida al Capo dello Stato il compito di rappresentare l’unità nazionale. Questo compito – che ho cercato di assolvere con impegno – è stato facilitato dalla coscienza del legame, essenziale in democrazia, che esiste tra istituzioni e società; e che la nostra Costituzione disegna in modo così puntuale. Questo legame va continuamente rinsaldato dall’azione responsabile, dalla lealtà di chi si trova a svolgere pro-tempore un incarico pubblico, a tutti i livelli. Ma non potrebbe resistere senza il sostegno proveniente dai cittadini”. Mattarella ha ricordato come serva “lealtà e responsabilità” per chiunque svolga un ruolo pubblico che è sempre pro-tempore. ha poi parlato di questi suoi sette anni da presidente della Repubblica che ha definito “impegnativi”,  ma il suo bilancio è positivo rispetto alle difficoltà dei tempi. Ha poi detto ai cittadini di guadare avanti “sapendo che il destino dell’Italia dipende anche da ciascuno di noi. Tante volte abbiamo parlato di una nuova stagione dei doveri. Tante volte abbiamo sottolineato che dalle difficoltà si esce soltanto se ognuno accetta di fare fino in fondo la parte propria”. Infine, si è rivolto ai giovani che rappresentano il futuro ed ha citato al riguardo una commovente lettera agli studenti del professor Pietro Carmina, una delle vittime del crollo di Ravanusa: “Usate le parole che vi ho insegnato per difendervi e per difendere chi quelle parole non le ha. Non siate spettatori ma protagonisti della storia che vivete oggi. Infilatevi dentro, sporcatevi le mani, mordetela la vita, non adattatevi, impegnatevi, non rinunciate mai a perseguire le vostre mete, anche le più ambiziose, caricatevi sulle spalle chi non ce la fa. Voi non siete il futuro, siete il presente. Vi prego: non siate mai indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare…”.

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