Raccontaci la tua quarantena, Sandro De Palma e la musica classica de “I Bemolli sono blu”. Intervista

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO –  Stiamo a casa per la pandemia. Il Coronavirus 19 ci ha messo in quarantena da quasi due mesi.  E’ passata la Pasqua e la Pasquetta. E’ arrivata la primavera, e siamo ancora prigionieri attoniti tra le nostre mura (chi ce l’ha) con la paura di ammalarci, con il lavoro che forse per molti non ci sarà più e con il dolore per i medici, preti e moltissimi anziani a noi sconosciuti che la malattia ci ha tolto. In compenso abbiamo riscoperto la lentezza, la noia creativa, la solitudine, la compagnia caotica dei bambini, il lavoro remoto da casa. E’ ancora presto per uscire tutti di casa, dobbiamo aspettare pazienti e dovremo purtroppo anche convivere con il cattivo e sconosciuto virus che ci ha già cambiato la vita, nulla sarà come prima, dicono gli scienziati. Intanto, in attesa di liberarci dalle nostre prigioni, guardiamo dalle finestre e dai balconi uno scorcio della nostra città vuota, silenziosa e bellissima che ci attende a braccia aperte e ci fa sognare il ritorno al teatro, al cinema, ai concerti di musica.

Per questo abbiamo istituito la nostra rubrica #raccontalatuaquarantena. Per raccogliere storie. Intermezzi di vita vissuta che rimarranno nella storia di ognuno di noi. Al tema ha aderito anche il maestro Sandro De Palma, ideatore e direttore artistico dell’apprezzato festival viterbese di musica classica “I Bemolli sono Blu” giunto nel 2019 alla terza edizione, che ci dice: “Prima di tutto voglio ringraziare il giornale Tuscia Times che ospita in questa nuova rubrica la mia intervista e mi dà l’opportunità di condividere con tutti voi le sensazioni di questo momento così particolare e impattante sulla nostra vita.

D – Maestro, come sta affrontando questo momento di crisi che ha coinvolto anche la musica?

R – Noi musicisti stiamo affrontando una realtà difficile anche da descrivere. Personalmente non mi pesa tanto lo stare a casa, quanto l’incertezza di come e quando potremo riprendere l’attività musicale, così come l’abbiamo conosciuta fino al 7 marzo 2020.

Il mio tempo passa veloce tra l’insegnamento a distanza, lo studio di nuovi brani, l’ascolto di registrazioni soprattutto di artisti del passato. Studio opere liriche al pianoforte e leggo romanzi e saggi. Avevo molti pregiudizi sulle serie TV che invece ho scoperto essere avvincenti, alcune dei capolavori.

D – Il suo ozio creativo produce frutti?

R – Sembrerà folle, ma proprio in questo momento ho pensato di creare una nuova etichetta discografica per poter lasciare una traccia degli artisti del presente in cui credo.

La mia idea è di registrare, tra l’altro, alcuni dei concerti del Festival viterbese “I Bemolli sono Blu”, che con grinta, energia e impegno abbiamo costruito insieme a professionisti di chiara fama, e che adesso appare sospeso. Non sappiamo se, come e quando possiamo riprendere, ma, nonostante tutto, io continuo a credere in questo progetto che ha generato nel tempo un enorme patrimonio fatto di relazioni con le istituzioni, rapporti umani col nostro pubblico, sinergia con molte strutture ricettive del territorio, e che non può e non deve essere disperso.

D – Come cambia il suo progetto di Festival in questa situazione anomala?

R – Non so come la situazione evolverà, ma il mio approccio vuole essere costruttivo. Se otterremo i fondi necessari per avviare la quarta edizione del Festival metteremo in campo tutta la nostra creatività per poter offrire momenti emozionanti a quanti di voi vorranno seguirci.

Nel corso di questi anni ci siamo adoperati per stupire e per regalare esperienze uniche e così continueremo a fare, nel rispetto delle norme che verranno man mano aggiornate e divulgate.

Il futuro di questo Festival lo voglio condividere con la collaborazione di tutti, quindi se avete delle idee scrivetemi sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/viterbofestival/ e sarò lieto di esaminarle e realizzarle, nei limiti di quanto possibile.

Infine, voglio leggere questa pandemia, che ci ha costretto a ripensare le nostre vite, fermandoci, come una cartina di tornasole che possa farci riscoprire la necessità di emozionarci. Se questa esigenza sarà davvero sentita da molti, allora ripartiremo con più consapevolezza e con più coraggio di prima. Questo è il mio sogno e la mia speranza”.

Maestro Sandro De Palma, Roma e Viterbo

www.associazioneclementi.org

Non dimenticate di scrivere il vostro nome e la località in cui state trascorrendo questi giorni casalinghi. Vi aspettiamo! Inviate i vostri scritti o foto a redazione@tusciatimes.eu

 

 

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