Recovery Plan, 600 milioni di euro stanziati per riqualificare i borghi

VITERBO – Lo stanziamento di 600 milioni di euro per interventi di restauro e di riqualificazione dell’edilizia rurale e storica è una svolta per sostenere la tendenza degli italiani a tornare a vivere nei borghi dove godere di spazi di libertà più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere nel tempo della pandemia. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la misura per la tutela e la valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale contenuta nell’ambito “Turismo e cultura” della missione uno del Recovery Plan.

“Con il rilancio di piccoli borghi abbandonati – sostiene Mauro Pacifici, Presidente Coldiretti Viterbo – si inizia a programmare l’Italia del post Covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da 2 milioni di edifici rurali fra cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. Una occasione anche per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile”.

“La misura ha dunque un valore storico, culturale, paesaggistico ma anche urbanistico perché – continua Pacifici – aiuta a ridurre i rischi di assembramento e la pressione abitativa nelle città. In questo contesto – precisa la Coldiretti – va ricordato anche lo stanziamento di 300 milioni per valorizzare parchi e giardini storici che oltre ad assicurare spazi di socializzazione all’aperto tengono indissolubilmente legati valori storico-culturali e valori ambientali che interessano tra l’altro la conservazione della biodiversità, la produzione di ossigeno e la riduzione del livello di inquinamento”.

Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti, l’emergenza Covid ha stravolto le abitudini sociali e lavorative degli italiani che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle città non solo come meta per gite fuori porta, tanto che il mercato immobiliare delle case in zone rurali o in piccoli borghi registra aumenti anche del 29% sui siti specializzati.

“Un fenomeno favorito anche – sottolinea Pacifici – dalla diffusione capillare dei piccoli comuni che incrementa la capacità di offrire un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. La nostra provincia, con 42 dei 60 Comuni della Tuscia sono sotto i 5mila abitanti, conferma l’andamento nazionale”.

 

In Italia i centri sotto i 5mila abitanti sono 5.498, quasi il 70% del totale, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, ed ospitano il 16,5% della popolazione nazionale; rappresentando il 54% dell’intera superficie italiana hanno anche ampi margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole, dalle dolci colline pettinate dai vigneti agli ulivi secolari, dai casali in pianura alle malghe di montagna, dai verdi pascoli ai terrazzamenti fioriti, che contrastano il degrado ed il dissesto idrogeologico.

“E’ chiaro che in questa ottica – aggiunge Pacifici – è importante  colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane visto che solo il 76 % delle famiglie italiane dispone di un accesso internet e appena il 75 % ha una connessione a banda larga”. La situazione peggiora notevolmente nelle aree rurali con appena il 68% dei cittadini che dispone di connessione a banda larga nei comuni con meno di duemila abitanti, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relativi al 2019.

“Facciamo i conti ogni giorno con insostenibili ritardi sulle infrastrutture telematiche ed è quindi strategico superare il digital divide che spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre invece no, fra città e campagne, per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire” conclude il Presidente Pacifici nel sottolineare che “si tratta di una scelta strategica importante anche per promuovere nuovi flussi turistici nelle campagne offrendo allo sguardo del visitatore la bellezza del paesaggio, le tradizioni e la cultura di un’agricoltura in armonia con la storia e l’ambiente”.

 

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