Regionali, Rosa Rinaldi: “Servizi come acqua e salute devono tornare pubblici”

di ANNUNZIATA PALMUCCI –

VITERBO – Questa mattina, alle ore 12, presso l’XOld Bar, si è svolta una conferenza stampa di Unione Popolare in vista delle prossime elezioni regionali del 12 e 13 febbraio, insieme ai comitati per l’acqua pubblica del territorio in merito all’ipotesi di privatizzazione della Talete SPA.
Presente la candidata Rosa Rinaldi, Paola Celletti e Maurizio Biagiarelli.

“Da qualche tempo nella Tuscia c’ è una stretta sulla privatizzazione – ha specificato Rinaldi – Gli amministratori della Provincia puntano il dito sull’apertura a una azionista privato, come l’Acea, affermando il fallimento della Talete, la perdita di posti di lavoro, bollette più salate pagate dai cittadini senza avere un servizio adeguato”.

“Una soluzione tecnica può esserci – ha proseguito – se parte da una volontà politica: l’unica soluzione possibile è una scelta che tradisce il Referendum del 2011, in cui molti cittadini si erano espressi a favore dell’acqua pubblica, e la Legge n.5 del 2014, approvata dalla Regione Lazio, è rimasta nel dimenticatoio. E’ del 2015 lo Sblocco Italia di Renzi, emanato dopo la Legge 5 del 2014 e che ha contribuito a dargli il colpo di grazia. Nel frattempo, a supporto dei comitati per l’acqua pubblica, che da anni non li ascolta nessuno, è nato il Coordinamento degli Amministratori in blu, cioè coloro che vedono nella volontà espressa dal Referendum del 2011 e dalla Legge N.5 del 2014 il loro principale obiettivo. L’acqua è un bene primario per tutti, ma nella Tuscia da parecchi anni si sono rivelati alti tassi di arsenico che causano problemi alla sanità pubblica in cui vige il problema delle liste d’attesa, mancanza di posti letto e carenza di personale”.

Al termine della conferenza Rosa Rinaldi ha ribadito che la battaglia dell’acqua non va messa da parte e che ciascuno deve collaborare per il ritorno di una Regione sana, con gente in grado di sostenere il bene collettivo.

“La battaglia dell’arsenico va avanti da tanto tempo – ha concluso – in questo frangente ci sono tanti colpevoli. L’acqua è da considerare un bene comune, che consenta la possibilità di vivere a tutti una vita dignitosa”.

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