Renato Sini, pluricampione mondiale di arti marziali, ringrazia il prefetto per la vicinanza mostrata durante la manifestazione del 29 ottobre

VITERBO – Riceviamo da Renato Sini e pubblichiamo: “Il giorno 29 Ottobre scorso si è tenuta la manifestazione in piazza del Plebiscito a Viterbo organizzata dagli operatori del settore dello sport ingiustamente penalizzati dalle misure volte a contrastare il Covid-19.

La manifestazione ci ha dato l’opportunità di conferire direttamente con il Prefetto di Viterbo Giovanni Bruno, che molto gentilmente si è prestato ad ascoltare quanto avevamo da dire sulla situazione inconcepibile che il governo ha creato nel mondo dei centri sportivi.

A tal proposito ringrazio ancora il Sig. Prefetto per essersi dichiarato vicino alle nostre posizioni promettendo di farsi portavoce delle nostre richieste.

Ringrazio le forze dell’ordine per l’impegno profuso a tutela dei nostri diritti affinché potessimo dar voce ai problemi di tutti noi cittadini.

Ringrazio tutti voi partecipanti, tutti quelli che ci hanno dato un cenno di sostegno anche a distanza, ringrazio tutta la comunità per averci seguito, ognuno secondo le proprie possibilità, dimostrando che la manifestazione è a beneficio di tutti i cittadini. Infatti, la prima categoria a giovare della possibilità di svolgere l’attività fisica è la popolazione. Lo sport è Vita.

Vengo spesso fermato da amici e conoscenti che mi chiedono “ed ora?”, “cosa ci aspetta?”, “potrò tornare ad allenarmi?”.

Ovviamente non avendo una risposta certa spesso mi limito a invitare a una riflessione:

Se oggi, a circa 10gg dalla chiusura dei centri sportivi di tutta Italia, non è stata apprezzata alcuna diminuzione dei contagi, anzi sono effettivamente ancora in crescita, è lecito sostenere che non sia una misura idonea al contenimento ma vada a penalizzare sotto altri aspetti la salute pubblica?

In altre parole dalle palestre non è partito alcun contagio né focolaio, a mio avviso la loro chiusura è immotivata oltre che dannosa.

Mi sembra di trovarmi in uno di quei racconti di Orwell, paradossalmente vicini alla realtà quotidiana.

Leggendo l’articolo pubblicato sul “Sole 24 ore” di domenica 1 novembre scorso, ho saputo che il “CSI” un ente di promozione sportiva riconosciuto dal C.O.N.I permette lo svolgimento regolare degli “allenamenti di football americano, arti marziali, nuoto, calcio di ogni ordine e grado per ragazzi di tutte le età e molti altri sport” generando una disparità di trattamento nei confronti di chiunque voglia praticare sport ma ha sottoscritto un abbonamento presso un centro affiliato con altri enti e/o federazioni sportive.

Penso sia legittimo dare la possibilità di frequentare i centri sportivi, a prescindere dalla loro affiliazione, affinché TUTTI abbiano riconosciuto il diritto alla salute anche attraverso lo sport”.

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