Restauro lunetta ingresso ospedale Acquapendente, i ringraziamenti del dott. Remo Brenci

ACQUAPENDENTE ( Viterbo) – Riceviamo dal dott. Remo Brenci (coordinatore dell’attività clinica dell’Ospedale di Acquapendente) e pubblichiamo: “L’ospedale di Acquapendente ha origini antiche, che risalgono al medioevo, in relazione ai transiti di pellegrini e viaggiatori sulla via Francigena.

Il portone di ingresso, così come la restante parte della facciata storica, ha una muratura databile al tardo-medioevo, secondo il prof. arch. Renzo Chiovelli, tra i maggiori esperti italiani in materia.

Tra il portone di ingresso e l’arco a sesto acuto che lo incornicia superiormente c’è una lunetta affrescata, presumibilmente negli anni 20 del secolo scorso.

Nell’affresco, che prospetta all’aperto sulla strada, sulla destra è raffigurato il leone rampante, simbolo del Comune di Acquapendente e sulla sinistra il simbolo dell’Ospedale senese di Santa Maria della Scala, dal quale il nostro ospedale dipendeva.

Negli ultimi anni l’affresco era in precarie condizioni, con una parte dell’intonaco staccato.

Allora, con il consenso e l’appoggio del Comune e della ASL, abbiamo pensato bene di restaurarlo.

L’abbiamo fatto in economia ma con tutti i crismi, la professionalità e le autorizzazioni che si devono quando si esegue un’opera di questo tipo su un edificio storico.

Oltre alla dott.ssa Daniela Donetti, Direttore Generale della ASL di Viterbo e al dott. Angelo Ghinassi, Sindaco di Acquapendente, mi corre l’obbligo di ringraziare, e lo faccio dal profondo del cuore, alcune persone che hanno reso possibile questa piccola grande impresa.

Prima di tutto i due dottori restauratori Antonio Caricchio e Paola Moretti, che hanno eseguito uno splendido lavoro.

Poi lo sponsor che ha finanziato l’iniziativa, cioè la DAMIS srl di Fabrizio Galli, sempre presente e disponibile.

Un’altra impresa locale che ha dato un contributo rilevante è l’Albergo Ristorante Toscana di Alfredo Valente, per aver provveduto a tutte le spese di soggiorno dei restauratori, con la professionalità e la gentilezza che contraddistingue Alfredo e sua madre Katia.

Per ultimo, ma non per ordine di importanza, il contributo disinteressato dato dall’arch. Renzo Chiovelli, che per i suoi rapporti con la Soprintendenza è stato un po’ il regista dell’operazione, dalla scelta dei restauratori fino ai passaggi tecnici e burocratici che un lavoro di questo tipo comporta.

Veramente grazie a tutti”.

 

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