Restetutio memoriae – Pasolini 50, Chia, circolo le Cascatelle (VIDEO)

di MARCO ROSSI-

L’associazione culturale Il Fascino del Passato E.T.S è lieta di invitare sabato 29 marzo, ore 18:00, presso il circolo culturale le “Cascatelle” in piazza Giuseppe Garibaldi a Chia (fraz. Soriano nel Cimino) tutti gli appassionati del poeta Pier Paolo Pasolini, per l’affissione dell’articolo “Pasolini 50 anni dopo ancora divide”, uscito sul Corriere di Viterbo, domenica 10 marzo, a cura del giornalista Alfredo Parroccini. Lo scritto di cronaca riporta l’esperienza socioculturale-antropologica del Narratore di Comunità Marco Rossi, che si è recato presso l’Idroscalo di Ostia, per mettere a confronto due focolari narrativi, due Comunità, testimonianze di Roma e la Tuscia, che negli anni ’60-’70 hanno conosciuto il poeta più come uomo, che intellettuale. Pasolini scopri’ i nostri borghi, quando nel 1964 cerco’ il luogo ideale per girare la scena del film Il Vangelo secondo Matteo, proprio nelle acque delle cascatelle, forre di fosso Castello, sentiero dei vecchi mulini, nel paesaggio più bello al mondo, come lui stesso ebbe a dire. Nel 1966 in occasione del film Uccellacci e uccellini, sul promotorio della chiesa romanica di San Pietro a Tuscania, immortalo’ alcune scene con Toto’ e un novello attore, Ninetto Davoli, musa ispiratrice del poeta. Nel 1969, sempre alle cascatelle, documento’ con fotografie di scena, operatore Mario Tursi, l’episodio mai girato, “Il sacrificio della luna” per il film Medea, con un’inedita e meravigliosa Maria Callas, proprio nei panni dell’omonima maga della Colchide. Ad oggi questo servizio è nell’archivio Enrico Appetito di Roma, e per il centenario dalla nascita di Pasolini (1922-2022), l’ Università degli studi della Tuscia con la Regione Lazio, ha curato una mostra presso l’ateneo dal titolo la “Medea ritrovata”. Nell’autunno del 1970, dopo varie vicissitudini burocratiche, riuscì a comperare l’amata Torre di Chia di Colle Casale, dal signor Augusto Parsi, nativo del borgo. Qui nel luogo dove anche l’Ariosto sarebbe rimasto sorpreso nel vederlo ricreato tra tanta innocenza di colli, acque e botri, il poeta-regista scrisse i soggetti e sceneggiature delle suo ultime opere: Il Decameron (1971) I racconti di Canterbury (1972) Il fiore dalle mille e una notte (1974), film con il quale concluse la trilogia della vita, inaugurando l’abiura della vita, con l’incompiuta trilogia della morte, primo film Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975) e la raccolta di poesie La nuova gioventù (1975). Lo scrittore con la sua olivetti, si dedicò nella Torre anche alla stesura del suo ultimo, incompleto, tanto discusso saggio in prosa, Petrolio (1975) e il rubato capitolo 21 “Lampi sull’ENI”. Erano famose le sue partitelle di calcio al campo sportivo di Bomarzo e lo sterrato della Molinella, prima della superstrada, con i ragazzi di Chia: Sandro Merlani, Quinto Chiacchiararelli, Tommaso Inverni (figlio del custode della Torre), insieme ai fratelli Citti e Ninetto Davoli.
Molti i chiani che lo hanno conosciuto, la famiglia Troccoli, Claudio Troccoli, da ragazzo fu portato a Marzabotto per girare sul set di Salò. Sante Guerre, fu il bambino battezzato nella scena del battesimo, film Il Vangelo secondo Matteo (1964) da Giovanni Battista nelle acque delle cascatelle, per l’occasione prestate al fiume Giordano.
Diverse le iniziative culturali nel borgo di Chia, come il progetto “Chia case nel verde” (1974) premiazione a concorso per il balcone, vicolo meglio fiorito. Allestimento e premi comprati dallo stesso Pasolini.
Analoga opera di sensibilizzazione fu l’idea ecologista del poeta Corsaro, di piantare alberi di quercia lungo il viale che porta a Chia, per prevenire l’impatto cementizio delle barriere architettoniche.
Testimonianze del professor Marcello Arduini, cattedra di antropologia culturale Unitus e dello scrittore Silvio Cappelli, fu proprio Pasolini, che si batte’ per il passaggio dalla privata Libera università della Tuscia (1969), alla sua odierna statalizzazione, avvenuta nel 1979. Nel 1974 a palazzo Valentini a Roma, l’intellettuale, manifestò per avere i poli di Viterbo, Torvergata e Cassino (oggi ancora esistenti).
Fu in questa occasione che per l’ennesima volta accusato di essere mosso per interessi vari che affermo: “dell’Università non conosco nessuno, non ho rapporti con gli studenti, eccetto il bidello”
È stato proprio il bidello, Desidero Valli, detto “Riccardo”, amico di Pasolini, con il quale condivideva momenti rilassanti, bevendo un te e agguerrite lotte ideologiche e politiche a dirmi che era sua volontà nel parco della Torre, creare una scuola di cinema, dove prendere i suoi “volti masacceschi” per le sue opere marxiste in difesa della classe proletaria e sottoproletaria.
Purtroppo la vita materiale del poeta, ma non quella spirituale e culturale, è finita la notte che divide i santi dai morti, tra il 1 e 2 novembre 1975 proprio all’Idroscalo di Ostia, dove dal 2005 (trentennio della morte), sorge il monumento dello scultore Mario Rosati per il Comune di Roma.

Sotto il video trailer dell’Idroscalo di Ostia, monumento al poeta e lido, così come tutto mi è apparso, con i suoni, rumori, immondizia e bambini rom che giocano a pallone, esattamente come l’indomani mattina, accadeva sul cadavere ancora caldo di Pasolini.

 

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