di FEDERICO USAI –
VITERBO- Oggi a Viterbo c’è stato un evento che non poteva che riscuotere successo per la figura ricordata nella sala quattrocentesca del Monastero di Santa Rosa a Viterbo. Stiamo parlando del convegno “ Armida Barelli. Nulla sarebbe stato possibile senza di lei “, che ha visto la presenza del Vescovo Lino Fumagalli, di Giuseppe Fioroni, Vice presidente dell’Istituto G.Tonioli di Studi Superiori, di Isabella Zeloni, Presidente dell’Azione Cattolica diocesana, di Daniela Storiani, ex vice presidente nazionale di Azione Cattolica, del direttore dell’Archivio storico “ Mario Romani” dell’Università Cattolica, Aldo Carera e di Ernesto Preziosi, vicepostulatore per la causa di beatificazione di Armida Barelli.

Dopo una introduzione, sulla figura di Armida Barelli, di Giuseppe Fioroni che ne hanno tracciato il valore e i momenti principali di questa donna che nella sua vita è stata di esempio per molti per il suo modo di affrontare la vita da vera cattolica, sono intervenute prima suor Francesca Pizzaia , custode del Santuario di Santa Rosa e poi Isabella Zeloni, Presidente dell’Azione Cattolica diocesana. Anche il Vescovo Lino Fumagalli ha voluto ricordare la figura di Armida Barelli con un suo significativo pensiero, seguito dal video con le parole sulla Beata Armida del neo Vescovo incaricato per la Diocesi di Viterbo, Orazio Francesco Piazza. Aldo Carera e Ernesto Preziosi hanno, poi, illustrato con i loro interventi , con slides e accenni storici in modo preciso la figura di Armida Barelli come donna, come esempio di fede e come cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il convegno è stato moderato dal giornalista di TV2000, Pierluigi Vito.
Ma chi era Armida Barelli ?
Armida Barelli (Milano, 1º dicembre 1882 – Marzio, 15 agosto 1952) è stata un’educatrice italiana, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dirigente dell’Azione Cattolica Italiana, cofondatrice delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo e cofondatrice dell’Opera della regalità di Nostro Signore Gesù Cristo. È stata dichiarata Beata da papa Francesco il 30 aprile 2022, con una cerimonia presieduta dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle cause dei santi.
Nasce in una famiglia economicamente benestante. Armida aveva due fratelli e tre sorelle. Si avvicina alla religione in età scolare, nel collegio svizzero a Menzingen, diretto dalle Suore della Santa Croce, dove studia per cinque anni tra il 1895 e il 1900. In quel periodo ha modo di approfondire una vita spirituale e sceglie di dedicarsi ad opere sociali, rinunciando a creare una propria famiglia. Tra le persone importanti del suo cammino spirituale, ci sono padre Agostino Gemelli, padre Arcangelo Mazzotti e don Enrico Mauri. Nel 1910 Armida divenne terziaria francescana. Nel 1913, alla vigilia della festa del Sacro Cuore, nel Duomo di Milano, si offrì definitivamente al Signore per l’apostolato, rimanendo inserita nelle realtà temporali. Al fianco di padre Gemelli la giovane donna affrontò un impegno religioso e sociale non debole.
Nel 1921, mentre ricopre (dal 1917) la carica di amministratore unico dell’editrice Vita e Pensiero, raccoglie da Giuseppe Toniolo, (figura storica del movimento cattolico italiano) l’impegno di fondare, insieme a padre Gemelli, Francesco Olgiati e Ludovico Necchi, “una Università dei cattolici italiani”. Dopo soli tre anni vengono aperte a Milano le prime due facoltà (Scienze sociali e Filosofia) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Armida Barelli è la tesoriera dell’Università; ed è lei a fondare, nel 1924, la prima «Giornata universitaria», volta alla raccolta fondi per l’ateneo.
Armida Barelli si è sempre profondamente impegnata per l’affermazione dei diritti delle donne e per lo sviluppo di politiche per il lavoro e la formazione. Nel 1910 conosce padre Agostino Gemelli, che la convince ad entrare, nello stesso anno, nel Terz’ordine Francescano. Il 17 febbraio del 1917 fonda la Gioventù Femminile Cattolica Milanese, analoga a quella maschile già esistente, con il sostegno del cardinale Ferrari. Su scelta di Papa Benedetto XV, nel 1918 la Barelli diviene Presidente Nazionale della Gioventù Femminile, con il compito di diffondere il movimento in tutte le diocesi italiane.
Nel 1919, ad Assisi, fonda, insieme a padre Gemelli, un Pio sodalizio, le Terziarie Francescane del Regno Sociale del Sacro Cuore, che diventerà l’Istituto Secolare delle Missionarie della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, di ispirazione francescana, che oggi conta circa 2400 consacrate. L’Istituto rappresentava una decisa novità. Infatti, nel 1889, con l’Ecclesia Cattolica di papa Leone XIII, erano state ufficialmente riconosciute “pie unioni” di laici consacrati non legate ad ordini religiosi, ma solo nel 1947, con la Provida Mater Ecclesia di papa Pio XII, verranno creati gli Istituti secolari.
Nel 1922 sostenne, con l’apporto della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, in Cina Settentrionale, l’Istituto Benedetto XV, con il compito di assicurare una dote alle fanciulle cinesi povere che avevano la vocazione religiosa, per aprire un orfanotrofio ed un dispensario per i poveri. Dall’Istituto nasceranno le Terziarie Francescane del Sacro Cuore – Benedetto XV. Nel 1929 fonda, sempre con Gemelli, l’Opera della Regalità, con il compito di avvicinare il laicato cattolico alla liturgia. L’importanza di quest’iniziativa va colta nel fatto che si era ben lontani dal clima del Concilio Vaticano II e, quindi, ai laici era riconosciuto pochissimo spazio nell’azione liturgica della Chiesa.
Nel 1946 è nominata Vice Presidentessa generale dell’Azione Cattolica per un triennio, da Papa Pio XII. Dal 1920 al 1950, gira, nonostante l’ostilità del regime fascista, l’Italia per promuovere la Gioventù Femminile, che arriverà a contare 1.500.000 iscritte, organizzando Convegni, Pellegrinaggi e Settimane Sociali. Nel 1946 è in prima linea nella battaglia per il voto alle donne. Nel frattempo, le sue fondazioni, tese a valorizzare e promuovere la personalità della donna, si estendono anche in Venezuela, Australia, Bulgaria, Stati Uniti d’America, Cina. Nel 1948 si impegna nella campagna elettorale a favore della DC, per impedire la vittoria dei social-comunisti del Fronte Democratico Popolare.[6]
Dal 1949, nella lunga infermità – soffre di paralisi bulbare – vive in spirito di penitenza, nella preghiera e nell’offerta, in particolare, per la costruzione della Facoltà di Medicina e del Policlinico Gemelli di Roma. Nel cuore di molti le sue ultime parole:
«Accetto la morte, quella qualsiasi che il Signore vorrà, in piena adesione al volere divino, come ultima suprema prova d’amore al Sacro Cuore, di cui mi sono fidata in vita e voglio fidarmi in morte; e come ultima suprema preghiera per ciò che nella mia vita fu il sogno costante: l’avvento del Regno di Cristo quaggiù»
Morì a Marzio, in diocesi di Como, nella casa dove ogni anno si ritirava dal 29 giugno al 4 ottobre a partire dal 1919. Fu assistita spiritualmente dal parroco e suo confessore, don Luigi Curti. Fu tumulata nel locale cimitero fino all’ 8 marzo 1953, quando la sua salma fu trasportata in un solenne corteo, composto da migliaia di persone, dal piccolo cimitero di Marzio per essere tumulata nella cripta della Cappella del Sacro Cuore presso l’Università Cattolica.