RIETI- “Non c’è più pace nella Casa Circondariale di Rieti: dopo i fatti della settimana scorsa del famigerato detenuto con la cassa acustica, ieri, per una assurda pretesa di un oggetto non consentito da regolamento interno all’istituto, un altro detenuto di nazionalità albanese, ristretto presso il secondo piano G, completamente ubriaco di grappa artigianale ed alterato, è sceso presso il piano terra del carcere dando in escandescenza, minacciando il personale di Polizia Penitenziaria presente poiché pretendeva che gli fosse consegnato una padella che gli era stata negata e posta presso il casellario in deposito”: lo denuncia Maurizio Somma, segretario nazionale SAPPE per il Lazio. “Solo dopo circa un’ora e mezza di trattative”, prosegue, “il detenuto è risalito nella Sezione di detentiva di appartenenza ma, prima di far rientro, non soddisfatto del caos da lui creato, si è avvicinato al poliziotto addetto al Box 2 piano G, e gli ha prima sferrato un pugno e poi una testata in pieno volto il tutto senza alcun motivo”. “Il SAPPE, primo Sindacato di Polizia Penitenziaria, esprime massima solidarietà al collega ferito, che è dovuto ricorrere alle cure presso l’ospedale De Lellis di Rieti: ferma è la nostra condanna contro questi detenuti violenti, continuiamo a denunciare una situazione oramai insostenibile e sfuggita di mano presso la Casa Circondariale di Rieti”,conclude Somma, che chiede “l’intervento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Ministero della Giustizia”, sollecitando nel contempo “l’invio di una ispezione per cercare di comprendere cosa stia succedendo presso la Casa Circondariale di Rieti e l’avvicendamento degli attuali Direttore e Comandante della Casa circondariale reatina”.
“Provvedimenti urgenti” sollecita anche Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che ieri ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”. Capece ricorda di avere espresso nei giorni scorsi “apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane, tra i quali vi è anche il detenuto violento di Rieti”.

Rieti, ancora ore di tensione nel carcere reatino: detenuto in stato di ebrezza aggredisce a testate agente
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