Riparte al caffè Greco l’esperimento culturale del “Caffè letterario” (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

ROMA- La prima cosa da sapere se entrate al Caffè Greco di Roma è che si tratta di un ecosistema.
Come in tutti gli ecosistemi al Caffè Greco la totalità non è separabile dal particolare ed è per questo che è stato ideato come una galleria a cielo (culturale) aperto che fornisce la sintassi interpretativa per la sequela delle opere d’arte che quotidianamente sequestrano l’attenzione degli ospiti.
Chi va al Caffè Greco non è un consumatore ma partner di un’interazione sensoriale, estetica e culturale:
H. C. Andersen, Baudelaire, Bizet, Lord Byron, Canova, Casanova, Goethe, Wagner, D’Annunzio, De Chirico, Guttuso, Joyce, Moravia e tantissimi altri sono passati di lì. Circola voce che il prelato che transiti al Caffè Greco sia destinato a salire al soglio di S. Pietro, come effettivamente è accaduto per papa Leone XIII.
Il nome proviene dal greco-turco Nicola della Maddalena che, a metà del 18° secolo, si decide ad aprire al n° 86 della storica “via delle condotte” un locale sul modello dei caffè letterari che si andavano diffondendo in tutta Europa sull’onda dell’Illuminismo francese.
A garantire la continuità filologica del Caffè Greco nella nostra accidentata contemporaneità è il visionario titolare ingegner Carlo Pellegrini, manager con evidenti ascendenze in Adriano Olivetti, che ora intende recuperare il format settecentesco del Caffè Letterario.
Il primo esperimento di questo concept culturale si è tenuto mercoledì 25 gennaio nel celebre salotto rosso con la presentazione del libro “Non me ne frego. La crisi delle democrazie occidentali (e Giorgia Meloni non c’entra)” del giornalista, autore televisivo, scrittore e poeta Massimiliano Lenzi; moderatore Andrea Pancani, noto conduttore del mattino di La 7.
Il libro è un’agile diagnosi terapeutica della crisi delle democrazie occidentali, fondata sul superamento dell’antico dogma otto-novecentesco del contrasto oppositivo, come destra vs sinistra e altri, già tratteggiato nella celebre “Us and them” del gruppo rock-progressive Pink Floyd e della “cultura della cancellazione” (cancel culture).
Suggerimento: andate a leggere il libro al Caffè Greco.

 

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