Riprendono gli scavi nella città siriana di Ebla

di MARIELLA ZADRO –

Ci troviamo nella Siria settentrionale, nelle vicinanze della moderna Mardikh, la città di Ebla ha origini antichissime appartenente al periodo del Bronzo antico ed è stata ricostruita più di una volta.

Per tutelare i resti della millenaria città scoperta nel 1964 dall’archeologo italiano Paolo Matthiae dell’Università La Sapienza di Roma, devastata da anni di occupazione belliche, il Parco archeologico di Ebla, è stato liberato dai governanti di Damasco.

Infatti secondo le ultime notizie, comunicate dall’ANSA, a giorni alcuni componenti la missione italiana, torneranno sul sito dopo dodici anni, per riprendere gli scavi.

L’archeologo, oggi ottantenne, assicura che il parco, durante questi anni, non è stato mai abbandonato e ci sarà la possibilità di organizzare una squadra che potrà contare su centoventi operai locali.

Molti reperti ritrovati in questa zona, contribuirono a cambiare la storia delle prime civiltà dell’area della Mesopotamia, in particolare nel ’75 quando fu portato alla luce quasi intatto l’Archivio Reale risalente al 2350 a.C. diede informazioni sulla lingua, commerci, rapporti sociali di un regno potentissimo, temuto dai popoli vicini, che rimane tuttora, sepolto nel suo mistero.

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