Roma, è bufera sulla giustizia minorile dopo la rivolta a Casal del Marmo, Sappe: “Basta adulti in carceri minorili”

ROMA – E’ bufera sul Dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità dopo la rivolta avvenuta nella notte tra sabato e domenica nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma.
“Alcuni detenuti, tutti maggiorenni, hanno dato vita ad una rivolta assurda e pericolosissima, arrivando addirittura a sradicare la struttura blindata di quattro celle”, sintetizza Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “I detenuti hanno anche tentato di buttare giù gli sbarramenti per uscire dalla palazzina di Casal del Marmo ma non ci sono riusciti, grazie al tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari, alcuni dei quali richiamati in servizio da casa per l’emergenza in atto. La cosa grave è che i detenuti che hanno innescato la rivolta sono tutti detenuti oltre i 21 anni, che dovrebbe stare nel circuito adulti. Detenuti che fruivano di articolo 21, ossia assegnati al lavoro all’esterno in condizioni idonee a garantire l’attuazione positiva degli scopi previsti dal trattamento rieducativo, ma che gli era stato revocato per introduzione di sostanza stupefacente!”.

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, per voce del Segretario Generale Donato Capece, denuncia: “Va fatta, inevitabilmente, un’attenta analisi di quanto sta accadendo, nella giustizia minorile. Da molto, troppo tempo arrivano segnali preoccupanti dall’universo penitenziario minorile: Catania, Acireale, Beccaria, Torino, Treviso, Bologna, Casal del Marmo a Roma, Nisida, Bologna, Airola… abbiamo registrato e continuiamo a registrare, con preoccupante frequenza e cadenza, il ripetersi di gravi eventi critici negli istituti penitenziari per minori d’Italia. È da sottolineare, infatti, che nell’ultimo periodo diversi detenuti delle carceri minorili provocano con strafottenza modi inurbani e arroganza i poliziotti penitenziari, creando sempre situazioni di grande tensione. Ma nessun provvedimento è stato assunto, nonostante le reiterate sollecitazione del SAPPE. Ed è per questo che ci stupiamo di chi “si meraviglia” se chiediamo una revisione della legge che consente la detenzione di ristretti adulti fino ai 25 anni di età nelle strutture per minori. Chiedo al Sottosegretario alla Giustizia, con delega al settore minorile, Andrea Ostellari di porre questo problema al centro della sua agenda operativa ministeriale”.
Capece si rivolge in particolare al Capo del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità Antonio Sangermano: “Al Capo Dipartimento Sangermano rinnoviamo l’invito ad incontrare il SAPPE per affrontare i temi che sono nella sua delega, cioè i detenuti, malati psichiatrici, riorganizzazione istituti, media sicurezza. Ma chiediamo anche l’immediata applicazione dell’articolo 14 bis dell’ordinamento penitenziario, che prevede restrizioni adatte a contenere soggetti violenti e pericolosi. Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato”. Capece evidenzia infine la grande professionalità posta in essere dalla Polizia Penitenziaria di Casal del marmo nelle ore terribili della rivolta: “Se ne parla poco, anzi pochissimo, ma i nostri poliziotti sono stati eroici nella gestione di questo gravissimo evento critico. Donne e uomini che il carcere lo vivono 24 ore su 24, 365 giorni, che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti che mettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva, che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena d’olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto. Dovrebbero sentire anche tutti coloro che oggi si professano nuovi esperti carcerari, sui loro visi, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E poi ne parliamo…”.
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