Roma, resta alta la tensione nel carcere minorile di Casal del Marmo

ROMA- C’è grande fermento e malumore tra il personale di Polizia Penitenziaria che lavora nel carcere minorile di CASAL DEL MARMO, a Roma. “Gli Agenti”, come spiega Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “sono logorati dal continuo ed incessante verificarsi di gravi atti di violenza e tensione che si verificano pressoché quotidianamente: la sera del 16 agosto scorso, due detenuti facinorosi, mentre erano all’aria verde, sono andati in giro per l’istituto indisturbati e solo alle ore 21 decidevano di rientrare. I due, che nel pomeriggio avevano distrutto i beni dell’Amministrazione come tavoli sedie e tavolo da ping pong, non contenti della loro follia delinquenziale sono arrivati a tirare pezzi di metallo agli Agenti di Polizia Penitenziaria, fortunatamente non riuscendo a colpirli”. Somma rimarca che “i due hanno poi scagliato della frutta addosso alla dottoressa e all’infermiera di turno impedendo loro di terminare la terapia serale, causando il mancato rientro nelle stanze di 3 detenuti, considerato che nell’Ipm il presidio sanitario termina alle 20. Pensate che si è reso necessario andare a riprendere l’infermiera in stazione (!) per permettere di terminare la terapia serale alle ore 23!”. Somma denuncia anche una rissa tra detenuti arabi avvenuta in Ipm verso le 20.00: “Un poliziotto è stato preso a pugni e un altro ha riportato tagli all’addome con una lametta. Ma la cosa grave è che il Comandante di Reparto è in ferie dal 14, l’ispettore dell’ufficio servizi pure ed hanno proprio chiuso l’ufficio da ieri! Insomma, la Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma, è abbandonata a sé stessa, senza una guida. E questo è inaccettabile!”. Sommarinnova dunque l’appello ai vertici regionali per la Giustizia Minorile di “assumere immediati provvedimenti a favore degli Agenti di Casal del Marmo!”.

“Il SAPPE esprime la vicinanza ai poliziotti di Roma”, sottolinea il segretario generale del SAPPE Donato Capece, “ma siamo davvero alla frutta: i detenuti rimangono impuniti rispetto alla loro condotta violenta e fanno quello che si sentono fare, senza temere alcuna conseguenza. Urgono contromisure per prevenire gli atti violenti ai danni dei poliziotti”, conclude il leader nazionale del SAPPE: “lo stato comatoso dei penitenziari non favorisce il trattamento verso altri utenti rispettosi delle regole né tantomeno la sicurezza. Quel che è avvenuto decreta che il sistema della pena minorile è da rifondare perché è stato ed è gestito in maniera fallimentare: ora mi auguro che vengano raccolti i nostri appelli che da decenni lanciamo per una nuova esecuzione della pena ed un nuovo ruolo del Corpo di Polizia Penitenziaria, mai raccolti dalla politica e dalle istituzioni”. Capece evidenzia che “queste sono anche le conseguenze di una politica penitenziaria che invece di punire, sia sotto il profilo disciplinare che penale, i detenuti violenti, non assumono severi provvedimenti.”. E si rivolge direttamente a Carlo Nordio: “Servono con urgenza provvedimenti. E la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere, specie di quelli destinati ai detenuti minori”.

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