Salario minimo: Confael, definirlo non per legge ma con la contrattazione di secondo livello

FIUGGI– Stabilire il salario minimo attraverso la contrattazione aziendale, in sostanza con i contratti di secondo livello, e non per legge. La Confael ritorna sulla necessità di arrivare alla definizione di un salario minimo per i lavoratori italiani con i redditi più bassi e lo fa in un documento che la Confederazione Autonoma europea dei Lavoratori presenterà al governo.

Nel documento, redatto al termine del Consiglio Direttivo Nazionale, svoltosi a Fiuggi, il sindacato ritenendo che allo stato attuale molte paghe orarie risultano eccessivamente basse per permettere una vita dignitosa alle famiglie italiane, valuta positivamentele iniziative in favore del salario minimo. È necessario però svolgere alcune riflessioni. Nello specifico, Confael ritiene necessaria la rivisitazione delle qualifiche con rivalutazione economica per adeguare le stesse agli attuali standard di lavoro che prevedono un maggior uso della digitalizzazione e di metodi operativi in costante evoluzione. Per raggiungere questo obiettivo, secondo la Confederazione, occorre puntare sulla contrattazione aziendale (i contratti di secondo livello), e non su un intervento normativo. Solo in questo modo sarà possibile porre le basi per raggiungere l’obiettivo da sempre proposto dalla Confederazione, ovvero l’equiparazione dei salari in tutta Europa a parità di mansioni e responsabilità arrivando alla sostituzione dei Ccnl applicati in Italia con Contratti Collettivi Europei del Lavoro.

La Confederazione ritorna poi sulla necessità di rinnovare i contratti scaduti. La Confael – si legge nel documento – “si fa portavoce del vasto panorama dei Ccnl applicati ad oggi che risultano scaduti e in prorogatio e invita il Governo e i ministeri competenti ad individuare per il futuro un meccanismo che consenta i rinnovi contrattuali in tempi relativamente brevi per impedire anche l’aggravio dei costi sostenuti dalle aziende scaturiti da adeguamenti ed interessi proponendo, all’interno di essi, un sempre maggior utilizzo del welfare aziendale a favore dei lavoratori in grado di sopperire, almeno in parte, alle difficoltà economiche di questo periodo”.

Altro punto fondamentale per il sindacato è la pressione fiscale. “Considerato che al momento, la pressione fiscale sul lavoro ha raggiunto livelli estremi – scrive il sindacato, – la Confael, pur apprezzando il lavoro del governo, richiede una drastica riduzione in via definitiva della tassazione pura sul lavoro”. Per la Confael tale manovra consentirebbe a diverse aziende italiane di tornare ad essere competitive sul mercato internazionale attualmente costrette a misurarsi con regimi fiscali più favorevoli dove trovano rifugio lavoratori e aziende.

“La posizione di Confael – sottolinea il Segretario Generale, Domenico Marrella – è sempre stata equidistante da lavoratori ed aziende affinché si rispettino nella contrattazione di secondo livello, le esigenze di tutti. Seguiamo da vicino l’ottimo lavoro del Governo Meloni e mettiamo a disposizione la nostra esperienza e competenza per consentire ai lavoratori e le loro famiglie migliori condizioni di vita”.

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