Riceviamo da Gennaro Giardino e pubblichiamo: “Mi trovo a Somma Vesuviana da mia madre allettata con un cancro al fegato. Per fare una serie di esami e visite mediche devi essere fortunato se capita i primi 5 giorni del mese altrimenti dal 6 al 31 del mese anche se hai un esenzione devi pagare tutto per intero. Mi domando come deve fare chi ha lavorato una vita e pagato i contributi e va avanti con una piccola pensione per essere curato. Forse gli anziani non sono una categoria da proteggere qui in Campania?
Ho chiesto tramite il medico di base l’attivazione da parte della ASL del luogo del servizio assistenza domiciliare per gli ammalati terminali (previsto in tutta Italia). Il medico di base ha compilato un modulo rilasciato dalla ASL che poi ho dovuto consegnare personalmente alla ASL. Il giorno dopo è venuta una dottoressa incaricata dalla ASL per effettuare la visita domiciliare, la quale ha prescritto alcuni farmaci da andare a prendere a Cercola, paese distante qualche chilometro (naturalmente non vengono consegnati a domicilio), quindi i parenti sono costretti ad andare a destra e manca per una burocrazia inventata da chi non sa nulla di questi problemi. Poi qualche giorno dopo arriva in visita la Geriatra e ci chiede cosa ci serve, neanche fossimo noi il medico. Di solito è il medico che dopo aver accertato la situazione fornisce indicazioni su cosa fare e cosa può essere utile. Facciamo richiesta di pannoloni e traverse e la dottoressa ci prescrive la quantità assegnata e ci dice di recarci in un ufficio presso la ASL dove portare la sua prescrizione allegando alla stessa verbale dell’invalidità e copia dei documenti. Mi sono recato presso l’ufficio indicato dalla dottoressa, ma mi dicono che quello non era l’ufficio e che devo tornare domani, indicandomi un altro ufficio. Il giorno dopo mi reco di nuovo alla ASL per andare all’ufficio che mi era stato indicato e mi viene detto che devo portare una serie di documentazioni insieme ad una autocertificazione di residenza (poi qualcuno dovrà spiegarmi come fa un malato terminale a firmare un autocertificazione se non ha neanche gli occhi aperti). Morale della favola ho dovuto comprare tutto! Ancora non è finita qui: il medico di base mi prescrive la necessità di far venire giornalmente un Oss a domicilio e sempre di portare la richiesta alla ASL. Porto la richiesta, ma mi chiedono il modello ISEE. Ho già avuto questa esperienza con mio suocero e devo dire che nel Lazio il sistema sanitario funziona benissimo: ci hanno consegnato il materiale a domicilio e non c’è stata richiesta tutta questa documentazione burocratica, visto che chi chiede un assistenza domiciliare lo fa perchè c’è bisogno e urgenza… Devo dedurre che qui in Campania gli anziani, ma soprattutto gli ammalati di gravi malattie oncologiche, non sono tutelati dalla sanità pubblica. Bisogna sapere che tra una burocrazia e un’altra c’è gente che muore, mentre c’è chi è dietro una scrivania a fare richieste assurde”.
Gennaro Giardino
Sanità, l’esperienza di Giardino in Campania: “Tanta burocrazia mentre c’è chi muore”
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