Sanità: Mattia (Pd), 1100 pazienti in attesa nei Ps? Un’emergenza annunciata

ROMA – Situazione denunciata con un’interrogazione già prima delle festività natalizie. E sul post Tivoli: cliniche individuate da Regione in affanno. Rocca verifichi se siano davvero in grado.

“Era lo scorso 22 dicembre quando in Consiglio regionale ho depositato un’interrogazione al Presidente Rocca, con delega alla Sanità, sulle gravi criticità e i lunghi tempi di attesa di autoambulanze del 118 e nei Pronto Soccorso di Roma e del Lazio, soprattutto in seguito all’incendio di Tivoli e in vista del periodo delle festività, per chiedere al governatore quali contromisure immediate intendesse predisporre al fine di riportare i tempi di attesa entro margini in grado di tutelare la salute delle cittadine e dei cittadini di Roma e del Lazio. Oggi, dopo circa 10 giorni da quella segnalazione, ci troviamo a far fronte ad un nuovo allarme: solo nel Lazio, infatti, stamattina erano oltre 1100 i pazienti in attesa di ricovero nei Pronto Soccorso, in base a quanto riportato dalla stessa Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza (Simeu)”. Così la consigliera regionale Pd del Lazio, Eleonora Mattia, firmataria dell’interrogazione sulle misure insufficienti per far fronte all’emergenza post Tivoli depositata in Consiglio regionale lo scorso dicembre. “Inoltre riguardo al post-Tivoli, in base a quanto segnalatoci, le cliniche, con cui la Regione ha stipulato accordi per smistarvi i pazienti in sovraffollamento nei PS, sono in affanno. Andrebbe quindi verificato se sono davvero in grado di far fronte a questo afflusso”.
“Una situazione al limite ma prevedibile, visto il maggiore carico di richieste dovuto al previsto picco influenzale, all’aumento delle presenze nella Capitale per il turismo delle festività natalizie e alla chiusura dell’Ospedale di Tivoli dopo l’incendio, unico DEA di secondo livello dell’ASL Roma 5, che ha lasciato 450mila cittadini di 76 Comuni senza un punto di riferimento per le urgenze. Insomma, un’emergenza annunciata che, era evidente già a dicembre, non poteva essere arginata con solo 10 autoambulanze e 178 posti letto in più presso le strutture accreditate subito dopo l’incendio dell’ospedale di Tivoli

 

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