Santa Rosa 2020, celebrata la S. Messa in onore della Santa Patrona: “Sull’esempio di Rosa prendiamoci cura della nostra città”

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Si è celebrata questa mattina, alle ore 10,30, la S. Messa in onore di Santa Rosa, presso il suo santuario, officiata dal Vescovo di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli, alla presenza di tutte le autorità civili e militari. Il Vescovo all’inizio della S. Messa ha detto: “Ci aiuti Santa Rosa in questo momento difficile a non perdere la speranza, a ritrovare unità di intenti e collaborazione per venire incontro alle esigenze di tutti, in particolare dei poveri, presenti in mezzo a noi. Chiediamo perdono se non sempre questa attenzione e unità di intenti caratterizza la nostra vita”. Dopo la lettura del Vangelo secondo Giovanni il Vescovo Lino ha commentato: “Ricordiamo il 4 settembre la traslazione dei resti mortali di Santa Rosa dalla chiesa della Crocetta, di S. Maria in Poggio nel monastero delle Clarisse, nel 1258, a sette dalla sua morte, con il Papa Alessandro IV, mentre il 6 marzo ricordiamo la sua morte. Nella sua breve vita, 18 anni e nel brevissimo periodo da noi conosciuto, in tutto 8 mesi, emerge con chiarezza un suo atteggiamento fondamentale, che la rende vicina a tutti noi: Rosa ha amato la nostra chiesa e la città di Viterbo, se ne è presa cura, sfidando le convenzioni del tempo. Santa Rosa ci insegna che dobbiamo prenderci cura della nostra comunità cristiana, della nostra chiesa. Dobbiamo ascoltare la voce di Cristo, fare esperienza del suo amore, di vivere nella prospettiva della vita eterna e la pandemia purtroppo ancora in atto ci chiede una grande responsabilità e accettazione dei limiti, mettendo a nudo le nostre certezze. Il contagio aumenta e coinvolge anche le nuove generazioni, più resistenti, ma ugualmente vittime di questo virus subdolo ed invisibile. In questo contesto c’è in tutti il desiderio di valori forti, capaci di aiutarci a dare senso alla vita. C’è desiderio di Cristo e del suo Vangelo. Affidiamo l’immagine di una parrocchia accogliente che mira a ciò che è essenziale ed è capace di coinvolgere tutti in un rinnovato cammino pastorale. Ma sull’esempio di Santa Rosa prendiamoci cura della nostra città. E’ fondamentale ritrovare nel comune amore per la nostra città capacità di ascolto, dialogo, collaborazione su un progetto condiviso che porta tutti a realizzarlo. E’ necessario il coinvolgimento di tutti per raggiungere obiettivi positivi. C’è un grido che è quello di Santa Rosa, per i suoi tempi ed è il grido di Viterbo oggi: “Basta con i contrasti, le lotte, le offese, basta in nome di Dio, basta!”. sentiamo questo grido. Nell’emergenza che stiamo vivendo dobbiamo ritrovare tutti la capacità di lavorare uniti, concordi nell’individuare un cammino per il bene di tutti. Lo chiede Santa Rosa a noi oggi, E’ un amore particolare. Santa Rosa lo nutriva in particolare per i più poveri. Ricordiamo il famoso episodio del grembiule dove nascondeva il poco cibo per darlo ai più poveri. Il padre la vide e la rimproverò. Rosa aprì il grembiule e c’era un magnifico mazzo di petali di rosa, segno della bellezza e del profumo della generosità di un gesto d’amore. La pandemia ha generato una nuova massa di poveri: ci sono attività che hanno chiuso ed altre chiuderanno ed i supporti statali non dureranno. Dobbiamo ritrovare un nuovo senso di solidarietà. Tutti dobbiamo sentirci responsabili di queste persone che rischiano di non poter andare avanti. Il grado di civiltà di una comunità si misura sulle nostre capacità di venire incontro a questi nostri cittadini e fratelli. Santa Rosa è stata scomoda, è stata rifiutata ed esiliata. Forse anche questo può sembrare scomodo per quello che ho detto, ma è solo l’espressione del suo amore per la nostra città e nella fiducia per le istituzioni. Questa fiducia diventa la nostra speranza e fiducia per un futuro migliore. Santa Rosa ci aiuti ad amare la nostra città di Viterbo ed a prenderci cura nel miglior modo possibile”.

Foto di Federico Usai

 

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