di WANDA CHERUBINI-
VITERBO- Si è celebrata questo pomeriggio, alle ore 18,30, la S. Messa per i figuranti del centro storico presso il santuario di Santa Rosa, presieduta dal Vescovo, Mons. Lino Fumagalli. Una messa contingentata, per via del Coronavirus, ma molto sentita. Il vescovo Lino ha esordito chiedendo a Santa Rosa di poter essere come Lei, nei nostri tempi, in questi momenti difficili: sale della terra e luce nel mondo. “Chiediamo perdono – ha affermato il Vescovo Lino – se questa testimonianza non sempre emerge nella nostra vita”. Dopo la lettura del Vangelo, secondo Matteo, il Vescovo nella sua omelia ha detto: “Quest’anno le festività di Santa Rosa acquistano una modalità tutta diversa. Ci manca oggi la processione con il cuore ed il corteo storico e domani il trasporto della Macchina. Indubbiamente ne sentiamo la mancanza, ma questo ci aiuterà ad apprezzarle di più il prossimo anno. Il corteo di Santa Rosa che accompagna il cuore e lo fa per le vie della nostra città è un po’ il ripetere quello che Santa Rosa ha compiuto in 8 mesi (dal 23 giugno 1250 al 6 marzo 1251). Nonostante questa brevità e la penuria di notizie storiche, Santa Rosa rifulge per Viterbo e non solo, come in tantissime nazioni dell’America Latina e con numerose sue immagini in tante chiese. Tutto ciò dimostra come la devozione a S. Rosa sia trasversale tra i vari secoli e le varie età della vita”. Il Vescovo Lino ha poi riferito di voler suggerire per il prossimo anno di far inserire nel corteo storico anche qualche abito di oggi, di giovani, adulti ed anziani. “Il corteo storico non può ignorare questo tempo” – ha affermato aggiungendo: “Domandiamoci se la devozione alla Santa ci abbia aiutato ad imitarla per essere sale e luce nella nostra comunità. Sale è ciò che dà sapore, dà significato alla nostra vita. Ma il sale conserva anche cose buone. All’interno della nostra Chiesa Santa Rosa ce lo insegna: una ragazza non colta, di famiglia povera, ha sfidato il suo tempo per essere portatrice di verità e valori: “Religiosi ritornata all’amore di Dio!”, questo il significato del Crocifisso che portava in processione. Ed è un amore, quello di Dio, che è per tutti. E all’interno di una società divisa Santa Rosa è stata l’elemento di concordia, di pace, ma ha anche richiamato al dovere di essere costruttori di una società migliore contro le infiltrazioni della corte di Federico II. E’ stata sale e luce ed il suo insegnamento ancora oggi colpisce. Io chiedo che non solo ci colpisca, ma ci attragga in modo che possiamo essere continuatori di quei valori religiosi e civili che hanno ispirato Santa Rosa e che Lei ci ha lasciato”.
Il Vescovo Lino si è, quindi, riferito al periodo difficile che stiamo vivendo: “Viviamo in un contesto difficile dal punto di vista economico e sociale. La recente tromba d’aria ha scoperchiato completamente alcune case ed aziende agricole e ha peggiorato per molti la situazione già difficile. Forse dobbiamo aprire gli occhi. Io lo faccio. In 10 anni, nel tratto che faccio per andare a casa, posso dirvi le attività che hanno aperto e chiuso. Le statistiche purtroppo in questo senso coglieranno nel segno: ci dicono che molte attività non riapriranno. Molte famiglie non riescono a pagare le bollette, gli affitti, non riescono a mangiare e, soprattutto, nei riguardi dei bambini provo sempre una grande tenerezza quando mi dicono che non hanno le scarpe per andare a scuola. Questa è la situazione in cui vive Viterbo e peggiorerà purtroppo. Santa Rosa riempiva il suo grembiule con quello che aveva per darlo ai poveri, rimanendo Lei stessa senza mangiare. Il padre, accortosi di ciò, le chiese di aprire il grembiule, ma vi trovò solo petali di rosa. L’amore condiviso rende bella e profumata la vita e mi fa piacere che tante immagini riportino questo gesto, quasi a ricordarci che siamo chiamati a condividere ciò che abbiamo con chi non ha nulla. Condividere le cose significa dare un prestito a Dio, che Lui ci restituirà tutto con interessi favorevoli. E Rosa ce lo ha dimostrato. Cerchiamo di essere sale della terra e luce nel mondo”.