Santa Rosa 2020, una mostra unica sul trasporto del 1690 con QdA ed il centro studi S.Rosa

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Si è tenuta questa mattina, presso il cortile di Palazzo dei Priori, la conferenza stampa di presentazione dell’evento speciale della XXIV edizione del Festival Vago Fiore, organizzato dal Festival Quartieri dell’Arte con l’installazione per ri-immaginare il trasporto della Macchina di Santa Rosa del 1690.  L’Evento speciale è realizzato in collaborazione con il Monastero di Santa Rosa, con il Centro Studi Santa Rosa, e con il patrocinio del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa. Presenti questa mattina l’assessore alla Cultura Marco De Carolis, il direttore di Quartieri dell’Arte, Gianmaria Cervo e la direttrice del Centro studi Santa Rosa,

Eleonora Rava. Una mostra, quella che si terrà dal 2 settembre al 15 ottobre, presso la ex chiesa degli Almadiani, che vuole celebrare la festività di Santa Rosa, in un anno particolare, come sottolineato da Cervo: “Ci è sembrato importante in questo anno eccezionale, in cui l’evento più importante non potrà realizzarsi, ovvero il trasporto della Macchina di S. Rosa, fare un omaggio

Cervo

alla Santa sia in senso laico che religioso. Non riteniamo di avere un’autorità per fare un evento particolare, ma strutturare una specie di sogno sul trasporto del 1690.  La prima rappresentazione grafica della Macchina risale all’ultimo decennio del ‘600. Ma nel teatro il pubblico e gli attori condividono lo stesso ossigeno. Se non possiamo avere, quindi, il pubblico del ‘600, una filologia teatrale non è possibile. Quindi, daremo una suggestione di un evento che ha un carattere misterioso e che restituirà anche alcuni aspetti non conosciuti. Abbiamo commissionato ad un pittore contemporaneo neo barocco, Francesco Grandi, dei disegni che evocassero questo trasporto del 1690 e anche elementi sulla vita di Santa Rosa. Poi installeremo un tappeto sonoro che porterà il visitatore in una folla seicentesca. Abbiamo creato una drammaturgia del paesaggio. Il testo principale è quello della serie di commedie “La Fiera”, che andò in scena un’unica volta nel 1657, agli Uffizi. Lo spettatore che entrerà nella mostra sarà coinvolto nel sound designed di Carlo Volpe e all’interno ci saranno dei micro interventi formatori. Sarà un’installazione che parte dall’impianto visivo e si nutre di interventi perfomativi”.

Eleonora Rava del centro studi di Santa Rosa ha spiegato come il Centro abbia affrontato il tema dal punto di vista storico-documentario con rigore filologico. “Abbiamo seguito questa ricerca

Eleonora Rava

attraverso le riformanze comunali del ‘400-500 – ha spiegato Rava- Abbiamo voluto capire se Rosa fu comunque una Santa per la città”.

Cervo ha aggiunto: “Una parte del ricavato della mostra andrà al Monastero di Santa Rosa. I cataloghi saranno realizzati in 400 esemplari e saranno firmati dall’artista con suo interventi. Sono, quindi, oggetti d’arte. Faccio poi un appello alle aziende che potranno utilizzare l’art bonus per il loro acquisto, potendo poi ricevere il 65% di quanto pagato in credito d’imposta”. Cervo ha poi sottolineato l’importanza degli artisti barocchi più importanti che hanno contribuito all’evento e come il monastero di Santa Rosa custodisca delle bellezze che devono essere valorizzate.

La parola è, quindi, passata all’assessore De Carolis, che ha affermato: “Ringrazio Cervo ed i Quartieri dell’Arte perché è un festival tra quelli in collaborazione con il Comune di Viterbo tra i più riconosciuti ed anche quest’anno il suo direttore artistico si è messo a disposizione per la nostra Estate viterbese. Dobbiamo ricordare la Santa attraverso opere grandi. Purtroppo quest’anno la Macchina non passerà. Speriamo che sia un anno transitorio e che passi. Dobbiamo pensare al trasporto del prossimo anno. Questo primo appuntamento di Quartieri dell’arte arricchisce l’Estate viterbese. Speriamo che questa mostra sia

d’esempio e che la gente partecipi perché dobbiamo sostenere la cultura. Gianmaria Cervo si è dedicato tantissimo per creare un format diverso sotto questa pandemia. Siamo riusciti a realizzare oltre 60 eventi, di cui 45 al Duomo. Abbiamo fatto il massimo, grazie anche agli operatori culturali”.

Infine, Cervo ha concluso: “Al tappeto sonoro stanno contribuendo una serie di star del cinema e del teatro che sono nostri amici”. Non ci resta, quindi, che attendere il 2 settembre per visitare questa particolare ed esclusiva mostra presso la ex chiesa degli Almadiani. (foto di Ariadna Bulat).

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