di MARINA CIANFARINI –
VITERBO – Gloria ha percorso le vie di Viterbo soavamente, donando l’ultimo saluto ad una città che l’ha amata dal principio.
Numerosi gli ospiti accorsi a Palazzo dei Priori per poter ammirare l’ultima elegante discesa della creatura di Raffaele Ascenzi.
Una Macchina di pace che ha parlato al Mondo, in grado di riunire, la sera scorsa, tra le pareti del comune viterbese, ambasciatori provenienti del centro e sudamerica, in particolare Federico Zamora Cordero, Ambasciatore della Costa Rica presso la Santa Sede, Alberto Ospina, Ambasciatore della Colombia presso la Santa Sede, Giuseppe Fedele, Console Generale d’Italia a Gerusalemme, Ligia Margarita Quessep, Ambasciatore della Colombia presso il Quirinale, Letizia Cassati, Ambasciatore del Paraguay presso la Santa Sede.
“Un onore essere qui presente – commenta Federico Zamora Cordero -. Si tratta di una festa che unisce e scalda il cammino di chi la vive”.
“Uno spettacolo unico” – lo definisce Alberto Ospina -, accorso anch’egli per salutare l’eterna Gloria.
“Ospite in questa città, ho ascoltato la storia della Santa bambina – specifica Ligia Margarita Quessep -. L’emozione che si mostra è profonda.
Spiccata è, inoltre, la volontà di creare un gemellaggio tra la città di Viterbo e quella di Santa Rosa de Cabal, in Colombia. Un desiderio grandemente presente”.
Presenti, inoltre, don Emanuele Germani, il Sottosegretario di Stato alla Cultura Vittorio Sgarbi, la consigliera comunale Luisa Ciambella, il rettore dell’Unitus, Stefano Ubertini.
Proprio quest’ultimo, con Santa Rosa ha un legame particolare.
“I miei nonni erano viterbesi e tra i ricordi più cari vi è la figura di Stefano bambino che sollevava lo sguardo ed ammirava la luce di Rosa. Sono quindici anni che i miei passi trovano la città di Viterbo e, nonostante io sia nato a Perugia, è come se fossero impianti qui, saldamente, dalla nascita”.
Uno scambio di pareri e sensazioni costante che ha trovato interruzione durante l’arrivo di Gloria. I volti posti alla finestre ne hanno ammirato l’arrivo. Spente le luci, era solo lei a splendere.
