Sant’Andrea e la tradizione dei pesci di cioccolata nella Tuscia

di REDAZIONE-

VITERBO – Si celebra oggi la festa di Sant’Andrea apostolo, denominato “Protocleto”, cioè “primo chiamato” in quanto è il primo tra i discepoli del Battista ad essere chiamato da Gesù, presso il Giordano.

Nato a Betsaida, pescatore, muore a Patrasso intorno al 60, martirizzato: è appeso ad una croce detta “decussata”, cioè a forma di X, poi chiamata “croce di sant’ Andrea”. Il suo nome ha origini greche, significa “fortezza”. È patrono della Scozia da più di mille anni. Nel IX secolo il re dei Pitti, Angus mac Fergus, adottò Sant’Andrea come santo protettore dopo aver avuto la visione di un Saltire, la croce diagonale, nel cielo, poco prima della sua vittoria ad Athelstaneford.

Alcune sue reliquie, in origine a Costantinopoli, con la IV Crociata sono portate in Italia e conservate ad Amalfi, di cui è protettore. Una parte del capo, dapprima in San Pietro, nel 1964 è stata consegnata da papa Paolo VI al patriarca ortodosso di Atene, in segno di ecumenismo.

Nel Lazio, a Viterbo esiste una vecchia tradizione per la quale il parroco era solito inserire nell’acquasantiera un pesce di cioccolato per ogni sacrestano. Da qui nascerebbe la tradizione che vuole che si regalino pesci di cioccolato proprio nel giorno del Santo, oggi, 30 novembre. Tutti i bambini, la sera del 29 novembre, mettono sul davanzale della finestra un piatto vuoto che, durante la notte, Sant’Andrea riempirà con l’immancabile pesce. Il Santo patrono dei pescatori, Andrea Apostolo, viene ricordato anche in altri centri del Viterbese, in modo particolare quelli lacustri, come Gradoli e Marta. Ogni 30 novembre, la mattina, i pescatori si radunano nella piazza principale di Marta e giungono alla Chiesa collegiata dove prelevano la statua di Sant’Andrea e raggiungono in processione il lungolago; qui è allestito l’altare per la celebrazione della Messa all’aperto, cui segue il rito di benedizione del lago per chiedere pesca abbondante e protezione. Riportata la statua alla Chiesa collegiata i pescatori si riuniscono in uno dei ristoranti locali per un banchetto a base di pesce e prodotti tipici. Sant’Andrea è anche il patrono di Canino. Una antica usanza, probabilmente risalente al periodo medievale, è quella di far realizzare ai ragazzi, la sera del 29 novembre, le cosiddette “Scampanate”, lunghe e rumorose file di barattoli e altri oggetti in latta e ferro legati tra loro e trascinati insieme per le vie del paese.

 

 

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