VITERBO – Per la festa di S. Andrea a Viterbo si ripete l’usanza di donare ai bambini e alle persone che si amano i caratteristici pesci di cioccolata rivestiti di carta stagnola dai colori sgargianti. Questa tradizione, di cui parla anche Alfredo Cattabiani nel suo libro “Lunario”, affonda le radici nell’antico quartiere di Pianoscarano dove un Parroco, presumibilmente agli inizi del secolo scorso, ebbe l’idea di regalare al Vescovo e ai chierichetti pesci di cioccolata nel giorno in cui la chiesa ricorda questo Santo..
Ma perché proprio questa forma e non un’altra? Per dare una risposta dobbiamo rifarci alla chiesa del quartiere dedicata a S. Andrea Apostolo di Gesù e, prima ancora, pescatore.
Questo Santo già dal secolo IX fu rappresentato con il segno del martirio da lui subito, la croce decussata, e il pesce. Ne abbiamo una bella immagine con gli ambedue attributi iconografici nella chiesa di San Silvestro, detta “del Gesù”. Questo affresco, a sinistra dell’abside ,fu fatto dipingere nel 1541 quasi certamente dalla Corporazione degli Ortolani che aveva come Patrono S. Andrea.
La scelta di questo Santo come Protettore della Corporazione è dovuta al fatto che nella zona di Pianoscarano, non lontano dalla chiesa di S. Andrea, venivano coltivati numerosi orti, molti dei quali di proprietà della parrocchia, favoriti da una condotta di acqua destinata ad irrigarli. Gli ortaggi venivano poi venduti in quella che anticamente era la piazza del mercato, oggi Piazza del Gesù, e ciò spiega la presenza dell’immagine di S. Andrea nella chiesa la cui facciata dà su quella piazza.
Don Mario Brizi