Santuario etrusco Piana del Lago, nel vivo gli scavi: indagini su un nuovo tempietto e l’altare

di Lia Saraca

MONTEFIASCONE  (Viterbo) – Sono entrati nel vivo gli scavi archeologici nel santuario etrusco della Piana del Lago. Iniziate le indagini su un nuovo tempietto ripulito in questi ultimi gironi dalla vegetazione infestante e situato nella zona ovest dell’area già oggetto delle ricerche archeologiche.

Una struttura interessante dove si vede “il collo di tegole” come a significare che sotto ci sia la presenza di un livello, di un pavimento. Proprio in questa zona negli scavi precedenti sono stati rinvenuti i famosi frammenti di statue ad altezza naturale. Da scoprire, inoltre, se dietro siano presenti altre strutture. Nuove indagini anche per l’altare che dai primi risultati presenta una parte centrale chiara di color biancastro a testimoniare come la superficie sia stata sottoposta ad alta temperatura, al fuoco. Trovate poi le tracce dei “perni metallici a coda di rondine”, probabilmente di bronzo, che saldavano i due blocchi dell’altare. Scavata inoltre una “trincea” nella parte del sito già riportata alla luce alla ricerca di strutture più antiche.

A illustrare queste novità il professor Vincent Jolivet con Edwige Lovergne e Martin Jaillet dell’Ecole Normale Supérieure di Parigi, responsabili delle ricerche archeologiche del santuario etrusco alla Piana del Lago.

“Abbiamo iniziato il 5 luglio scorso e la campagna di scavi sarà aperta fino al 6 agosto – sottolinea Jolivet – . L’intervento rientra nel quadro della concessione triennale della Soprintendenza e la riapertura degli scavi è dovuta alla volontà della Sovrintendenza in particolare della dottoressa Maria Letizia Arancio. Noi eravamo interessati allo scavo, ci è stato proposto e dunque abbiamo montato un équipe che dallo scorso anno lavora per esplorare la zona riportata alla luce circa venti anni fa. Questo è il secondo anno e speriamo che con il prossimo si possa aver esplorato tutta l’attuale superficie riaperta”.

Con un gruppo di circa venticinque giovani archeologici italiani e francesi sono dunque riprese le ricerche interrotte lo scorso anno con la riapertura di altri due settori, tra cui quello nuovo a ovest con il tempietto. “Dobbiamo confermare alcune ipotesi avanzate in precedenza – prosegue Lovergne -,  le diverse fasi succedute nel corso dei secoli, poi lo studio dei muri con le loro relazioni”. Per Martin Jaillet “il problema più importante in questo santuario è la cronologia, anche perché negli scavi precedenti non sono stati fatti dei saggi in profondità e la trincea è stata fatta proprio per capire meglio se sotto ci sono livelli più antichi”.

Le strutture esaminate sembrerebbero essere “per lo più del terzo secolo e per il piccolo tempio del secondo secolo avanti Cristo – precisa Jolivet -. Però potrebbe essere la parte etrusco romana di un santuario molto più importante situato nei campi vicini. E’chiaro che c’è un’ occupazione di carattere sacro prima del terzo secolo,  per ora però non sappiamo localizzarla. Non si trova in questa area già liberata. Ci vuole un lavoro molto più impegnativo perché c’è oltre un metro di terra sopra i livelli archeologici”.

Lo scavo è stato recintato e ripulito. “Un ringraziamento al comune e agli uffici comunali – concludono i tre responsabili – . Possiamo usufruire, tra l’altro, degli alloggi e di uno scuolabus per raggiungere lo scavo. Mancano però i pannelli didattici esterni che potrebbero essere posizionati in modo da far conoscere il sito ai tanti turisti e visitatori che si avvicinano chiedendo informazioni. Il pannello esterno sarebbe anche un modo per mostrare i pezzi più belli rinvenuti”.

Il progetto di riapertura del santuario della Piana del Lago è partito lo scorso anno frutto di una collaborazione tra l’assessorato al patrimonio e lavori pubblici dell’ex amministrazione Paolini, il Mibact, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma, Provincia di Viterbo, Etruria meridionale, Polo museale del Lazio, Ecole normale supérieure – Paris, Ecole pratique des hautes etudes de Paris, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.

L’obiettivo finale del progetto è quello di riportare a Montefiascone il patrimonio storico – archeologico locale a cominciare da quello ritrovato in precedenza nel santuario della Piana del Lago. L’ex carcere della Rocca dei papi dovrebbe essere il sito scelto per l’allestimento di un museo.

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