#SaveTuscia, manifestazione a Bagnoregio contro fotovoltaico ed eolico selvaggi

di WANDA CHERUBINI-

CIVITA DI BAGNOREGIO (Viterbo) – Un sit-in al belvedere di  Bagnoregio contro la trasformazione del territorio in una landa industriale per la produzione energetica.  L’evento, organizzato dalla consigliera comunale del Pd, Luisa Ciambella insieme ad Adrian Moss, associazioni, comitati e cittadini, si è svolto questo pomeriggio al Belvedere di Civita di Bagnoregio. “Siamo in questo posto perché sta accadendo una cosa terribile: le città gioiello etrusco diventano sfregio delle pale eoliche – ha esordito Ciambella – Non è un caso che siamo a Bagnoregio a parlare di questo tema. Abbiamo 4 richieste per 4 mini pale eoliche da 100 metri l’una, con 4 richieste di autorizzazioni diverse, da 4 società diverse di cui 3 compartecipate. Lo dice il “Fatto quotidiano” ed anche il Consiglio di Stato dice che è stato un modo per frammentare la richiesta di autorizzazione e raggirare la norma. Ciò ha portato al fatto che la prima pala eolica il 22 febbraio scorso è stata autorizzata dalla provincia di Viterbo. E’ di questi giorni la notizia che in Sicilia un impianto fotovoltaico molto potente è stato bloccato dall’Ue. Ci devono essere degli strumenti a portare l’Ue ad agire anche sulle scelte locali. Il Fatto quotidiano ci ha raccontato questa triste storia, ma anche Italia Nostra ci dice che l’Unesco non fa girare le pale eoliche francesi. Il tribunale, partendo dalla sollecitazione di cittadini e associazioni ambientaliste, ha bloccato ciò perché l’Unesco stesso ha deciso di preservare il territorio. Questo ci deve convincere che dobbiamo fare corpo comune, in particolare con le istituzioni. Noi rischiamo entro qualche mese di avere una cinta muraria di silicio dentro il teatro romano di Ferento. Noi siamo nella condizione per cui ogni soggetto chiede un pezzetto, ma che ogni pezzetto riconduce alla complessità del territorio. Quando alla fine avranno raggiunto i loro risultati e saranno autorizzati questi impianti ci renderemo conto del danno fatto. Io noto nei sindaci una preoccupante timidezza. C’è la necessità di preservare. C’è timidezza ed addirittura i sindaci non fanno gli atti pianificatori, ovvero non decidono dove vi sono le aree di pregio,  dove non fare impianti. Nel frattempo i soggetti economici fanno il loro lavoro e vanno avanti. Dico a tutti i 60 sindaci della provincia di alzare la testa e di non arrivare all’iter giudiziario già iniziato e dire che è ormai troppo tardi, Abbiamo 6 mila km di autostrade, distretti industriali dismessi, tetti di zone non vincolate, dove fare questi impianti, ma non dobbiamo sottrarre suolo all’agricoltura di qualità. E’ veramente incoraggiante per certi aspetti che ci sono studi legali come un gruppo di avvocati sardi che fanno della lotta alla preservazione di zone come questa un motto. Loro sono già intervenuti per Pian di Vico ed anche per questa zona. Uno studio legale che non è locale che si prende la briga di andare a combattere nei tribunali per andare a difendere anche il nostro territorio sicuramente è una lezione per tutti noi che di fatto troppo spesso siamo portati a sonnecchiare. Quello che vuole partire da qui è un appello forte alle istituzioni, ai cittadini a dire che siamo consapevoli di quello che sta accadendo e non crediamo a questo modo di amministrare così debole. Non possiamo continuare a far finta di nulla”. Ciambella poi fa una riflessione: “Questa è una provincia meravigliosa che sta da troppo tempo prendendo tutta l’immondizia da Roma. Noi siamo una provincia ad oggi sotto assedio per tutti gli impianti fotovoltaici, eolici e bio metano e nessuno dice nulla. Siamo rassegnati ad essere la pattumiera del Lazio e del Paese. Non possiamo permettere a nessuno di poterci vendere a Roma. Siamo arrivati ad un punto che si va a Roma col cappello in mano per vedere cosa si può portare a casa per interessi particolari. Non è un modo esagerato di raccontare una storia, purtroppo è la storia. Non ci sono altre vie che quelle della partecipazione civica. Che cosa chiediamo? Intanto ai sindaci di fare i loro piani regolatori, di individuare le aree pregiate, di non arrivare dopo i fuochi. Nel frattempo serve una moratoria, ovvero lo Stato, in assenza di un atto pianificatorio di un Comune, non può autorizzare la Regione per questi impianti. Chiediamo poi la possibilità di essere consapevoli ai cittadini. Potete essere cellule virtuose di questo ragionamento perché possiamo contribuire a far nascere quella mentalità diversa che non abbassa la testa. Questa partita oggi sembra combattuta con delle armi spuntate, ma io credo che se riusciamo ad incidere insieme su queste scelte potremo aver anche la chance di cambiarle le cose, ma ci dovremo credere noi, altrimenti saremo vittime di un sistema che si autoalimenta di noi”.

Tra i relatori anche Francesco Cozza Caposavi,  il vice presidente del consorzio turistico lago di Bolsena: “Con l’alibi del green stanno cercando di distruggere questo paesaggio. la transizione ecologia cosa vuol dire? Una transizione verso il green. Non vi basta, qui è tutto green. Non abbiamo bisogno della transizione ecologica ma di migliorare tutto ciò che è stato abbandonato: non abbiamo infrastrutture. Noi operatori turistici per spostare una finestra o creare una piscina dobbiamo fare trafile incredibili, mentre aziende che non conosciamo hanno possibilità di mettere pale eoliche o fotovoltaici senza problemi. Lo skyline del lago di Bolsena è stato seriamente compromesso dalle pale eoliche e non ho visto un ritorno economico per gli operatori turistici. E’ come al solito un investimento di pochi che ha un ritorno per pochi. Abbiamo parlato tutti di bellezza. Unica chiave del nostro territorio, ma io la chiamo bontà dei nostri prodotti e se noi pensiamo di inficiare la bontà di questo territorio con l’alibi del green siamo tutti matti. Andassero dove c’è il cemento, a fare il fotovoltaico, fatelo sui tetti di Roma. Con l’avvento del led che cosa ce ne faremo di tutta questa energia poi? La porteranno fuori. In due secondi hanno prestiti ed autorizzazioni e si sta creando anche una concorrenza sleale. Perché poi sono sempre aziende da fuori? Se noi vogliamo aprire un museo veniamo additati come sognatori pazzi mentre se viene uno da fuori e vuole fare pale eoliche sembra il genio”.

C’è stato poi il collegamento telefonico con l’on. Vittorio Sgarbi, non presente questo pomeriggio per problemi di salute. “Un luogo al mondo che amo è Civita di Bagnoregio – ha esordito- E’ un luogo assoluto e la fortuna che ha avuto in tempi recenti dà il senso che è un giusto baluardo della sua popolarità nella diffusione del suo nome che è stato conseguente alla resistenza di minaccia di scomparire sotto il crollo della rupe. La Tuscia è diventata per me una seconda pratia perché negli anni in cui venivo a Bagnoregio e Bomarzo, 50 anni fa,  ho sentito quei luoghi come luoghi del cuore. La Tuscia è diventata un luogo sempre più conosciuto e dopo Bagnoregio anche Sutri è un luogo di alto richiamo. Ma ci sono anche tanti altri luoghi della Tuscia che non sono inferiori per bellezza e richiamo al Salento e Cilento. Ci dovrebbe essere una zona franca, in tutta l’Italia dall’eolico. La battaglia deve essere radicale, una guerriglia. Spero che il destino mi porti a diventare ministro di questa Repubblica per creare un vincolo a tutta la Tuscia, deve essere un nostro obiettivo. Sono addolorato di avere avuto questa debolezza fisica perché il mio spirito, la mia anima sono da 20 anni contro questa violenza, volontà di distruggere. Transizione degli idioti, si chiama paesaggio ed è sacro! Si parla di impatto ambientale e si pensa di mettere le pale eoliche a Tuscania, devono mettersele nel culo! Andremo dal presidente della Repubblica, che ha parlato finalmente di paesaggio, cioè dell’idea di una bellezza della natura nella sua integrità e purezza. Indicazione precisa di una vocazione agricola che l’Europa deve rispettare. Sono terre agricole, della poesia, occorre salvaguardarle come un bene dello spirito. Per difendere il paesaggio bisogna essere faziosi. Non si distrugga la memoria come vogliono fare ad esempio nel Molise. Io spero di avere in voi dei combattenti pronti a combattere fino a occupare il Quirinale per difendere la Tuscia e l’Italia, la bellezza. Tutto il resto sono tentativi di mediazione che non dobbiamo accettare. Quello è l’orrore,  noi siamo la bellezza. Sono con voi, con Italia nostra e gli amici della bellezza, gli altri sono nemici”.

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