Scarpette rosse in ceramica al ponte del Duomo, il Vescovo Piazza: “Svegliamoci da questo torpore sociale” (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – In occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sono state tante le iniziative portate avanti tra ieri ed oggi anche a Viterbo. In particolare questa mattina,  sul ponte del Duomo, si è svolto l’evento “Scarpette rosse in ceramica e altre testimonianze d’arte“, organizzato in collaborazione con il Comune da Aicc, Cna ed istituto Francesco Orioli. Il numero 1522, il numero antiviolenza e stalking, è stato riportato su varie ceramiche esposte lungo il ponte del Duomo insieme a tante scarpette rosse e bianche di varia grandezza e farfalle rosse, simbolo di libertà. Sul ponte del Duomo stamani alcuni rappresentati dell’istituto Orioli, insieme alla dirigente scolastica della scuola Egidi, a Cinzia Chiulli, Claudia  Di Maiom Daniela Lazi, Daniela Lombardo, Elena Urbani, laboratorio del centro culturale La Caterinaccia, laboratorio Estromania Agatos cooperativa sociale, Lucia Maria Arena, Antica Legatoria viali, officina d’arte San  Lorenzo, Roberta Pietrini O.B.B. e Sandra Costantini che hanno partecipato con le loro creazioni. Alcuni studenti hanno tenuto anche un piccolo concerto all’interno dell’esercizio commerciale di piazza della Morte. Presenti per la Cna, la segretaria Luigia Melaragni ed il vice segretario Attilio Lupidi. Presenti per il Comune la sindaca Chiara Frontini insieme all’assessore alle Politiche sociali, Patrizia Notaristefano ed il Vescovo di Viterbo, Mons. Orazio Francesco Piazza, che dopo aver assistito all’apertura del Christmas Village, ha partecipato a questo evento, dicendo: “Non è una presenza occasionale ma doverosa ed attenta perchè in questo momento mi va di dare due memorie all’attualità: alla carissima preside dell’Orioli che merita tutto l’affetto, una persona di alta qualità che ho potuto conoscere in pochi momenti, ma ne ho percepito lo spessore. Il secondo ricordo va all’associazione Veri, nata insieme a me a Mondragone perchè una mamma che ha perso la figlia in questo modo ha costruito questa associazione condividendo con me l’inizio e il cammino. Solo attraverso la determinazione e l’impegno si possono limitare le ombre del negativo facendo crescere la qualità del positivo, l’attenzione alla persona. Vivere queste tragedie è come uno schiaffo che ci risveglia dal sonno. Vi anticipo che scriverò la lettera alla comunità “Svegliamoci dal sonno”, perché questo torpore è motivato da rinunce che poi sono rinunce che portano il segno del sangue ed è drammatico pensare che una ragazza non posa costruire più il suo futuro. E’ anche difficile pensare come la donna non debba avere quel suo ruolo che io ho imparato da bambino. Io l’educazione l’ho ricevuta in casa, vedendo una madre che si sobbarcava più lavori, che non ha perso mai la sua dignità, che ce l’ha insegnata, fratelli e sorelle e quindi quando si cresce in una comunità in cui si condivide la difficoltà allora si capisce la bellezza della ricchezza delle forme, la diversa sensibilità. Io ho un amore profondo per la donna e sulla mia bocca ho due donne in particolare: a parte mamma Maria, che è in cielo, Edith Stein, donna che ha saputo offrire la sua vita in un momento drammatico. L’8 marzo deve essere tutti i giorni, non può essere quel momento, come una sorta di ripulire l’attenzione dedicando un’attenzione che poi tutti gli altri giorni viene dimenticata. Dobbiamo fare un cambio culturale, un cambio di sensibilità. Accolgo la bellezza della metafora del ponte perchè per fare un ponte ci sono due sponde e tutte e due devono costruirsi per trovare il punto chiave che è al centro e quel punto chiave non esiste se non c’è il bilanciamento delle due parti. Ecco perchè è una bella metafora ed io cito Papa francesco: “Più che alzare muri costruiamo ponti”, ma cominciamolo a fare dall’essenziale dell’umano che abbiamo un po’ smarrito. Svegliamoci da questo torpore sociale”.

La sindaca Chiara Frontini ha aggiunto: “L’eliminazione della violenza sulle donne deve essere una battaglia quotidiana. Questa mattina e ieri l’amministrazione ha promosso due giornate di riflessione su un tema così importante.

 

Io stessa stamani ho voluto lanciare un messaggio un po’ più forte forse però che mi sentivo di voler condividere con tutti i cittadini viterbesi: una foto con la fascia tricolore e il volte tumefatto. Segno che le istituzioni e la lotta alla violenza sulle donne devono essere un’unica cosa, tutti dobbiamo avere il coraggio di varare dei provvedimenti che siano esemplari sotto tutti i punti di vista, la prevenzione, l’educazione, il rispetto all’accettazione del rifiuto, alle differenze, all’emotività e su questo l’amministrazione sta cercando di fare del suo meglio. E poi la repressione e la pena che non devono mancare per dare sicurezza a chi denuncia. Il grazie va alla Cna, alla sua segretaria Melaragni. La ceramica è un’eccellenza della nostra città e tutte le artiste che hanno contribuito sono un valore aggiunto della nostra città non solo per il valore turistico che portano con sè ma perché hanno questa grandissima capacità di trasformare in qualcosa di tangibile come la ceramica dei messaggi molto forti e importanti come quelli della lotta contro la violenza sulle donne”.

  

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