Scorie nucleari, fitofarmaci e molto altro: l’assemblea di Coldiretti con Fusco, Battistoni e Panunzi

di SIMONE CHIANI –

VITERBO – Alle 18 si è conclusa l’assemblea “di fine anno” organizzata da Coldiretti, tenutasi all’auditorium dell’Università degli Studi della Tuscia con ospiti d’eccezione: erano infatti presenti Francesco Battistoni, sottosegretario di Stato alle Politiche Agricole, il Senatore Umberto Fusco, il consigliere della Regione Lazio Enrico Panunzi, e Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti Viterbo.
L’occasione è stata buona per affrontare i temi più caldi della cronaca e politica agroalimentare e ambientale dell’ultimo anno: dalle scorie nucleari ai diserbanti, dai marchi viterbesi all’innovazione tecnologica del settore.

Le prime battute sono state di due giovani imprenditori agricoli, ospiti d’apertura del dibattito: è stata un’occasione, per loro e per il settore così rappresentato dall’interno, per raccontare i propri disagi e i propri pareri su come evolvere in termini di burocrazia e tecnologia.
Interrogati sull’ambiente, si sono mostrati contrari alla possibilità del fotovoltaico sui terreni viterbesi, proponendo soluzioni alternative.

Ha preso poi la parola Francesco Battistoni, sottolineando l’importanza dell’agricoltura per la nostra economia e di conseguenza i progetti del Governo per ripartire nel 2022: “La manovra prevede un miliardo di euro in più rispetto allo scorso anno. […] Un miliardo e 200 milioni saranno destinati alle filiere. Ma soprattutto per la prima volta si stanzierà un fondo mutualistico per i danni ambientali e questa è una sperimentazione importante, una vittoria dell’Italia.”

“Non abbiamo mai avuto finanziamenti come adesso – ha ricordato – Servono progetti adeguati, altrimenti questi fondi diventeranno un handicap”. Sempre Battistoni, in seguito, si è scagliato contro chi tenta di copiare il Made in Italy e chi sostiene che i cibi sintetici siano il meglio poiché garanzia di minori emissioni: “Stiamo combattendo a livello europeo. Ci vogliono copiare il Made in Italy, l’ultimo esempio è quello del prosek. […] I nostri prodotti ce li invidiano tutti. Chi assaggia un prodotto italiano non torna indietro. Siamo sulla strada giusta; sarà di fondamentale importanza la comunicazione. Bisogna investire sulla comunicazione.”

Ma il sottosegretario alle Politiche Agricole non ha risparmiato neanche un velato attacco a reddito di cittadinanza e scorie nucleari: “Va bene aiutare chi ha bisogno, ma se c’è da lavorare si lavora. Come in agricoltura: se parliamo di mancanza di manodopera è anche a causa di questo strumento che va rivisto. […] Per quanto riguarda le scorie nucleari ci tengo a dire che abbiamo 27 specialità territoriali protette, una cifra tra le più alte in Italia. Questi rifiuti vadano in aree più vocate a quello e non in quelle vocate ad altro.”

Di comunicazione ma soprattutto di innovazione si è fatto divulgatore anche Enrico Panunzi, il quale ha evidenziato a più riprese l’incidenza di questi due fattori: “Dobbiamo associare i prodotti al nostro territorio. Bisogna fidelizzare e così di conseguenza far arrivare il turismo. […] Occorre fare una politica dei marchi o soccombiamo; non è importante solo fare prodotti di qualità, ma farli conoscere e proteggerli da etichettature fasulle”. Spostando poi l’attenzione sulla comunicazione da un punto di vista negativo, ha aperto il discorso riguardo la polemica su diserbanti e fitofarmaci: “Ci stanno sputtanando in tutta Italia come se fossimo la ‘terra dei fuochi’, mentre posti messi molto peggio di noi sono siti Unesco”. Poi, riferendosi alle nocciole: “Ci vuole uno sforzo di impresa e innovazione, serve rete comune di imprenditoria e politica. Dovremmo inventarci un sistema per incentivare elementi di trasformazione delle filiere”. Mentre sulle scorie nucleari: “Troppe informazioni false: servirebbe un separatore per distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. […] La Regione Lazio è contraria ai depositi e sta facendo fronte comune. […] Il resto è fantasia a senso unico.”

Anche Umberto Fusco ha avuto modo di dire la sua riguardo questi temi trainanti e più in generale sul turismo: “La Tuscia ha risorse turistiche importantissime. Bisognerebbe sfruttare Roma con i suoi milioni di abitanti. La verità è che il territorio viterbese è ben visto da fuori: chi viene rimane incantato. […] Ciò che manca sono le idee a livello alberghiero; l’intero sistema nella Tuscia non è abbastanza. I bed and breakfast fanno il loro ottimo lavoro, ma bisogna darsi una mossa”. E su agricoltura e territorio: “Un applauso agli agricoltori che mentre noi eravamo a casa per il lockdown lavoravano i campi. […] La comunicazione è tutto nel campo dell’agricoltura e i mass media, come diceva Enrico (Panunzi), hanno dato contro di noi. Dobbiamo difendere questo territorio che non è secondo a nessuno. Un territorio importante per produzione, turismo e termalismo. Non possiamo far parlar male di questa zona, ma dobbiamo difenderla con forza evitando comunicazioni distorte.”

Dopo un veloce accenno al grave problema dei cinghiali, la chiusura dell’assemblea è stata affidata a Mauro Pacifici, presidente di Coldiretti Viterbo, il quale ha sottolineato l’importanza dell’incontro e di fare buoni propositi per il futuro in un momento tanto difficile, soprattutto in considerazione di quanto le persone abbiano compreso il reale valore del cibo. Il suo invito principale, come quello degli altri presenti, è prevalentemente di fare rete e di investire su filiere e marchi, oltre che di credere in allevamento e agricoltura genuina.

“Abbiamo grandi potenzialità – come le nocciole – ma le distruggiamo con un’informazione sbagliata. Ecco l’importanza di un’informazione etica. Noi vogliamo che la nostra terra venga dipinta per quella che è”. Sulle scorie invece, lapidario: “Non le vogliamo”.

Occasione buona, questa in conclusione, per stringere anche un nodo al fazzoletto: “Dovremmo vederci qui tra sei mesi, tra un anno, per vedere ognuno cosa è riuscito a fare.”

L’intera photogallery dell’evento: 

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