Sea Shepherd Italia collabora con Guardia Costiera Lazio

MILANO – I numerosi sequestri e le sanzioni comminate questa settimana dalla Guardia Costiera Lazio – reparto di Civitavecchia ed Anzio- non sono altro che un allert su quanto nascondano le acque antistanti la capitale italiana. Sea Shepherd Italia, onlus dedita alla salvaguardia della biodiversità marina, in collaborazione con a Guardia Costiera di Civitavecchia e di Anzio sta attualmente perlustrando le acque laziali, scoprendo ogni giorno quello che si profila come un vero e proprio disastro ambientale.
I volontari di Sea Shepherd denunciano due filoni di illegalità, entrambi egualmente dannosi per l’ecosistema marino. In primis l’agghiacciante scoperta di numerosi FAD non derivanti e non biodegradabili, pertanto illegali, distribuiti a largo della costa di Civitavecchia. I FAD in questione (dall’inglese Fishing Aggregative Devices) sono metodi di pesca illegali formati da un filo di plastica ancorato in fondo al mare – lungo fino a 3000 metri- che tiene a galla in superficie degli ombreggianti in plastica dove si forma una zona d’ombra, sotto la quale si raduna una gran quantità di pesci. Le imbarcazioni individuate e il metodo utilizzato riscontrato dai 26 FAD issati a bordo portano la firma di pescatori siciliani, già noti alle forze dell’ordine per i loro metodi di pesca illegale. L’ipotesi è che le attività malavitose si siano spostate nel Lazio in modo stanziale. In una sola giornata di sequestri sono stati pescati dal mare quasi 15mila metri di filo di nylon, oltre a taniche, teli e bottiglie -sempre in plastica- utilizzati per l’assemblaggio dei FAD. I volontari hanno inoltre stimato che nelle acque circostanti ci fossero centinaia di FAD: un campo sterminato di plastica, considerando che ad ogni FAD ne susseguono altri, in lunghi filari da decine e decine di miglia.
Il secondo metodo irregolare di pesca riguarda invece l’utilizzo illegale di trappole per il polpo, animale che trova nei fondali laziali un habitat ideale. Durante tre giorni di costante lavoro i volontari e gli agenti della Guardia Costiera, hanno salpato a bordo della Conrad – il catamarano di Sea Shepherd Italia – della nave Pennetti e di una motovedetta della Guardia Costiera ben 632 trappole di polpi calate illegalmente a tre miglia dalla costa antistante Anzio. Il fenomeno ha stupito i volontari che, benché avvezzi a questi metodi i pesca, hanno affrontato, oltre alle tradizionali trappole in plastica largamente diffuse e prodotte in Spagna, una variante ancor più distruttiva. Nel Lazio infatti queste vengono costruite sezionando tubi in PVC, quelli utilizzati nei cantieri edili. Un metodo pertanto più economico che permette al pescatore di autoprodurre le trappole a basso costo. Plastica gettata nel mare, senza alcun cartello identificativo, senza alcun rispetto per la legge che norma sia la quantità di trappole lecite che la tempistica di calata e ripescaggio.
La Capitana della Conrad e Andrea Morello, Presidente di Sea Shepherd Italia, sottolineano la lungimiranza della Guardia Costiera del Lazio che ha saputo riconoscere un fenomeno altamente contrastato da Sea Shepherd Italia negli anni. “La preziosa condivisione di conoscenza ci permetterà di impedire il diffondersi  pratiche illegali nel nostro mare” continua Morello, “Abbiamo già dimostrato che, quando correttamente protetto, il mare rinasce riportando la vita laddove la pesca intensiva aveva sterminato tutto.” Le indagini porteranno sicuramente ad una maggior conoscenza della situazione, che lascia intravedere un sistema illegale largamente diffuso che necessita di essere fermato il prima possibile.

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