Secondo una nuova analisi, il rilascio dell’1% del carbonio presente nel suolo europeo equivarrebbe alle emissioni annue di 1 miliardo di automobili

Secondo gli esperti, il passaggio su larga scala ad un’agricoltura rigenerativa, ridurrà il rilascio di carbonio dal suolo e contribuirà in modo significativo al raggiungimento della quota emissioni zero.

  • Un nuovo rapporto del movimento Salva il Suolo, pubblicato venerdì 1 novembre, indica la quantità di carbonio che potrebbe essere rilasciata dai suoli europei degradati.
  • Il rapporto rivela che il rilascio di appena l’1% del carbonio nel suolo europeo equivale alle emissioni annuali di 1 miliardo di automobili, circa quattro volte il numero di automobili attualmente in circolazione in Europa e circa 24 volte il numero di automobili in Italia.

  • Il rapporto State of Soils in Europe 2024, pubblicato la scorsa settimana dal Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea, avverte che il 60-70% dei suoli del Regno Unito e dell’Europa è soggetto a degrado, il che minaccia la capacità dell’UE di raggiungere i propri obiettivi in materia di azione per il clima, biodiversità e sicurezza alimentare.

  • 57 ONG, tra cui Salva il Suolo, 4 per 1000 e SEKEM, chiedono alla COP 29 una serie di misure politiche, oltre a ulteriori investimenti, per aiutare gli agricoltori europei ad adottare pratiche agricole di tipo rigenerativo.

 

 

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I terreni europei sono un’enorme riserva di carbonio, secondo le stime ne contengono circa 75 miliardi di tonnellate solo nello strato superiore del suolo – equivalenti a 275 miliardi di tonnellate di CO2. Dato che le emissioni annuali di CO2 dell’UE sono di poco superiori a 4 miliardi di tonnellate, il rilascio nell’atmosfera anche di una minima parte del carbonio presente nel suolo avrebbe un effetto significativo sugli sforzi per combattere il cambiamento climatico.

Il nuovo rapporto di Salva il Suolo sottolinea che lo stato di deterioramento del suolo è il risultato delle pratiche agricole convenzionali, diffuse in tutta Europa. Queste pratiche si basano su alti livelli di input sintetici come i fertilizzanti minerali, sulla meccanizzazione pesante e sull’adozione di monocolture e pascoli. L’implementazione di pratiche rigenerative (come le colture di copertura, la rotazione delle colture, la riduzione della lavorazione del terreno, e il privilegiare un’agricoltura e una copertura arborea) migliorerebbe la materia organica del suolo, un fattore decisivo per il potenziale di sequestro del carbonio dei suoli.

Praveena Sridhar, CTO del movimento Salva il Suolo, ha dichiarato: “Questa analisi dimostra che ripristinare la salute del suolo dovrebbe essere la nostra massima priorità. I suoli che si stanno rapidamente trasformando in produttori di emissioni hanno un grande potenziale per diventare dei potenti serbatoi di assorbimento di CO2, in grado di sequestrare almeno il 27% del carbonio necessario per mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C”. Tutti abbiamo avvertito il caldo record di quest’anno: non possiamo permetterci ulteriori emissioni. La COP29 rappresenta un’opportunità significativa per la rivitalizzazione dei suoli, che deve essere messa maggiormente al centro dell’agenda internazionale. Se abbiamo qualche possibilità di raggiungere lo zero netto in tutte le nazioni europee, dobbiamo rivitalizzare la salute del suolo agricolo”.

Il rapporto sottolinea anche il duplice impatto delle pratiche rigenerative: ridurre direttamente le emissioni dei terreni non lavorati fino al 51% e ridurre indirettamente le emissioni legate ai fertilizzanti fino all’80% entro il 2050, senza sacrificare la produttività delle colture.

Allora perché non assistiamo a una diffusa adozione dell’agricoltura rigenerativa? Benedikt Bösel, agricoltore rigenerativo con sede in Germania, spiega: “La sfida per gli agricoltori è che la transizione alle pratiche agricole rigenerative può richiedere tempo e risorse finanziarie di cui non dispongono. Durante il periodo di transizione, i rendimenti possono essere inferiori a causa dell’introduzione di nuove pratiche e colture. Molti agricoltori che vogliono effettuare la transizione non possono farlo perché non hanno il supporto finanziario necessario a sostenerli in questo periodo. Questo è urgente se vogliamo una vera sicurezza alimentare in Europa e se vogliamo proteggerci da siccità e inondazioni. Uno dei motivi per cui stiamo assistendo a un aumento degli shock climatici è che i nostri terreni sono malsani”.

I piccoli agricoltori contribuiscono alla produzione del 30-34% del cibo mondiale, ma hanno accesso solo allo 0,8% dei finanziamenti totali per il clima, secondo l’Iniziativa per le politiche climatiche (dati disponibili più recenti, 2019/20). Sia gli esperti che gli agricoltori sottolineano che è urgente affrontare questa disparità, poiché spesso gli agricoltori non possono adottare pratiche rigenerative se non ricevono un sostegno finanziario.

In vista della COP29 che si terrà a Baku a novembre, 36 ONG, tra cui Salva il Suolo, 4per1000 e SEKEM, hanno approvato un documento di raccomandazioni politiche che chiede all’UNFCCC di facilitare l’accesso ai finanziamenti per il clima da parte degli agricoltori per il ripristino dei suoli. Le proposte principali includono:

  • Rendere accessibili i finanziamenti per il clima agli agricoltori affinché adottino pratiche agroecologiche rigenerative.

  • Aumentare i finanziamenti per il clima a favore degli agricoltori per creare serbatoi di carbonio nei terreni agricoli.
  • Sviluppare infrastrutture e politiche di supporto per una gestione sostenibile del territorio.
  • Mobilitare gli investimenti privati nella rigenerazione del suolo.
  • Inserire il ripristino del suolo nelle strategie di finanziamento globale per il clima.

“È fondamentale che i politici degli Stati membri di tutta Europa forniscano un sostegno finanziario sufficiente agli agricoltori per rigenerare i loro terreni. Suoli sani e vivi sono una responsabilità generazionale”. – Praveena Sridhar, CTO di Salva il Suolo

“Per ripristinare il suolo, i finanziamenti per il clima devono essere indirizzati principalmente verso i piccoli agricoltori, che sono in prima linea nel ripristino del suolo e che sono drammaticamente sotto finanziati”. – Paul Luu, Segretario esecutivo del 4 per 1000

“Stiamo mettendo a rischio il futuro del benessere dei nostri figli e del nostro bene naturale più prezioso, il suolo, sotto finanziando gli sforzi per incentivare le pratiche agricole rigenerative… Gli agricoltori spesso non possono passare alle pratiche rigenerative senza finanziamenti”. – Benedikt Bösel, economista agrario, agricoltore rigenerativo con sede in Germania e fondatore della Fondazione Finck.

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