Separazione della Macchina di Santa Rosa dalla Processione religiosa: una lettura storica

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Per oltre due secoli la principale manifestazione pubblica della devozione dei viterbesi a S. Rosa consisteva nella solenne Processione religiosa notturna  nella quale dietro al clero veniva portata la Macchina con l’immagine della Santa.

Sulla separazione tra la Processione e il trasporto della sola Macchina sono riuscito a trovare fin’ora una documentazione molto lacunosa che non offre certezze neanche sulla datazione in cui avvenne. Da quanto ho potuto appurare la scissione tra le due manifestazioni si verificò tra il 1834 e il 1841e si trattò di un fatto che influì radicalmente sul modo di esprimere pubblicamente la devozione dei viterbesi nei confronti della Santa Patrona.

Il trasporto della Macchina all’interno della Processione rendeva preminente il ruolo del clero che officiava la cerimonia con gli apparati della solennità e appariva come esclusivo protagonista nel tributare onore e venerazione alla Santa a nome dei fedeli. In quel contesto ai Facchini veniva riservato il mero ruolo di portatori di quella mole che man mano assumeva dimensioni sempre più imponenti.

Ma quando la Macchina cominciò a sfilare separatamente dalla Processione i Facchini uscirono dal cono d’ombra e assunsero quel ruolo da protagonisti che fino a quel momento era stato del clero, diventando       il gruppo al quale la comunità affidava il trasporto di quello che spiritualmente e culturalmente era per lei il bene più prezioso.

Per questo il trasporto della Macchina di S. Rosa non può essere considerato una manifestazione “laica” quasi in contrapposizione alla Processione religiosa, ma esprime il trionfo della religiosità popolare che si esprime con  più vari linguaggi creativi sempre nuovi e originali che suscitano lo stupore e l’elevazione dell’animo verso il sacro e parlano più al cuore che all’intelletto.

Quirino Galli, parlando del ruolo dei Facchini scriveva “Ciò che si manifesta attraverso il rito officiato dai Facchini è la sacralità dei sentimenti verso la Santa per tutto quello che essa rappresenta  sia nel campo dei valori religiosi  sia nel campo della      tradizione culturale della comunità … per questo il legame che unisce la comunità e il gruppo delegato al trasporto della Macchina è profondo perché l’uno vive nell’altro emotivamente e culturalmente”.

don Mario Brizi

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