CHIA (Viterbo) – L’Autrice Rosella Lisoni e Pietro Benedetti, attore, regista e narratore di comunità relazioneranno sugli ultimi anni di vita di Pier Paolo Pasolini, anni difficili, duri, tristi, ma estremamente importanti dal punto di vista della sua produzione artistica.
Gli anni in cui il grande e controverso intellettuale del 900 scrive Scritti corsari, L’abiura dala trilogia della vita, Petrolio, e gira il film Salò
Durante l’evento, la presentazione del saggio di Rosella Lisonin L’ultimo Pasolini tra forma e realta’.
Al termine la visone del film Salò.
Ricorda l’autrice: “Anche in questa ultima fase della sua vita, il connubio tra biografia e produzione artistica è molto forte, il dolore provocato dalle sue ferite personali, dagli abbandoni subiti si riflette nella sua opera e si salda ad essa.
Salò rappresenta, con il senno di poi, il suo testamento morale, sebbene opera di un regista nel pieno del suo percorso creativo, grido disperato di un uomo che ha smarrito la speranza nella vita e nel valore salvifico della poesia, che vede all’orizzonte soltanto morte e degrado.
Salò sancisce la fine dell’utopia del sesso come forza trascinante, come fu ne “La Trilogia della vita”, per dar spazio all’idea del sesso legato al male, ad un l’eros che coincide con la brutalità e l’orrore del potere.
Senza spingersi verso allusioni profetiche che denotano in Salò la “cronaca di una morte annunciata”, si cerca di scorgere nel film il non detto, ciò che le immagini trasmettono nella loro crudeltà, il vuoto, il silenzio che è lì a sancire tutte le verità che preferiscono non essere espresse, ma mostrate”.