Serate Haiku al Festival dei “Quartieri dell’ Arte”

di LORENA PARIS-

VITERBO- Il 7 e 8 ottobre sono andati in scena al Backstageacademy di Viterbo,  i due eventi dedicati all’ Asia e al Futurismo,  nell’ambito della   27esima  edizione  del Festival “Quartieri dell’ Arte”.
La manifestazione che  “mette in connessione la cultura magica del Rinascimento con il misto di carnalità e spiritualità delle culture asiatiche, passate e contemporanee”, così  come si evince dal sito.

Il primo segmento di ambedue le serate mi ha visto performer poetica per raccontare la mia esperienza e passione come studiosa e autrice di haiku, poesia brevissima nata in Giappone secoli fa. Nel secondo segmento è andato in scena lo spettacolo FLIRT di Volt, curato da Marcello Carriero, dove Volt e Aldo Pennello , due noti esponenti della cultura viterbese, hanno “unito le forze” per la messa in scena dell’evento.

Il pubblico, attento e sensibile, ha dimostrato un piacevole  interesse per gli haiku, di cui  ho illustrato alcune  basilari regole metriche e di linguaggio poetico.  Momenti clou, quelli che ho dedicato alle letture di alcune composizioni antiche, scritte da grandi “haijin” del passato quali Issa, Buson, Shiki, Shizunojo, Taigi. Caloroso interesse anche rivolto agli attimi in cui ho alcuni haiku di mia composizione.
Una interazione suggestiva e spontanea ha preso vita armoniosamente tra me e il pubblico, creando una bella atmosfera e scambio intenso su considerazioni sentimentali, sulla potenza della parola, sui versi letti e sulla  “comunicazione” dei poeti.

Ringrazio, ancora e di cuore,   Gian Maria Cervo,  Direttore artistico dei Quartieri  dell’ Arte e tutto lo staff.

Tutte le notizie e il programma del Festival sono sul sito www.quartieridellarte.it e sulle pagine Social.

Propongo oggi,  anche in audio, due degli haiku presentati nelle performance.

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un aquilone
nello stesso punto
del cielo di ieri

Y. Buson (1716 -1784)

~~~~~~~
metto la spilla
che era di mia madre –
l’inverno è  mite

L. Paris


Ascolta gli Haiku dalla voce di Lorena Paris


Lo haiku di Buson (tradotto quindi dal giapponese) può essere definito muki haiku poiché la “stagione” e il “tempo” in cui il poeta ha composto è riconducibile solo alle parole “cielo e ieri” e quindi presenta riferimenti naturali generici. L’osservazione, la compenetrazione e la composizione si fondono nel momento in cui egli vede l’ aquilone trovarsi nello stesso punto del cielo del giorno precedente, o sembra trovarvisi? Panta rei? Il filo dell’aquilone può sembrare la congiunzione della vita materiale con quella spirituale o piuttosto un desiderio di elevazione verso la stessa? Lascio ai lettori, la loro personale visione.

Il secondo haiku contiene la parola inverno (quindi il riferimento stagionale diretto e non mediato) ed è composto da 17 more. Presenta anche una cesura che individua lo stacco tra i due concetti che ho voluto rappresentare, ovvero il rito affettivo per cui indosso la spilla appartenuta a mia madre, il ricordo, il gesto, la relazione che hanno il potere di appianare e mitigare l’asprezza e i dolori che troppo spesso accompagnano la nostra esistenza.

#lorenaparishaiku
#dimartedìpoesiaparoleevoce

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