Sessanta anni fa ci lasciava Giovanni XXIII, il Papa buono

di ANNA MARIA STEFANINI-

Angelo Giuseppe Roncalli nasce il 25 novembre del 1881 a Sotto il Monte (“Sóta ’l Mut”, in bergamasco stretto), un piccolo comune in provincia di Bergamo in una famiglia di mezzadri di 13 figli.
A quel tempo l’Italia era ancora una monarchia.
I genitori, Giovanni Battista e Marianna Mazzola, venivano dalla zona montana, mossi dal bisogno di trovare terre meno avare.
E questa è già una discontinuità del futuro Giovanni XXIII rispetto al nobile casato del suo predecessore: Eugenio Maria Giuseppe Giovanni Pacelli, Pio XII.
Grazie al generoso contributo economico di uno zio Angelo può frequentare l’importante seminario minore di Bergamo dove, nel 17° secolo, aveva esercitato la propria vocazione pastorale il cardinale Gregorio Barbarigo, parente di Marco Antonio Barbarigo, cui è dedicato il seminario di Montefiascone.

Durante la frequenza presso il seminario si compie la prima importante svolta della biografia umana e religiosa di Angelo: il 1° marzo 1896, all’età di 15 anni, decide di entrare nel “terz’ordine francescano” (oggi “Ordine francescano secolare”, OFS), una comunità di laici cristiani che scelgono di vivere il Vangelo secondo gli insegnamenti di S. Francesco d’Assisi, codificati in una specifica “regola” approvata dalla Chiesa.

Poco dopo ottiene una borsa di studio presso il seminario del collegio di S. Apollinare di Roma dove potrà completare gli studi seminarili. Ma nel 1901 è coscritto e arruolato in un reggimento di fanteria di Bergamo.

Concluso l’intermezzo militare, il 10 agosto 1904 viene ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Maria Montesanto, in Piazza del Popolo a Roma.
Nel 1905 rientra a Bergamo chiamato dal vescovo Giacomo Radini-Tedeschi, di cui diviene segretario particolare e stretto collaboratore; sotto la guida di Radini-Tedeschi sviluppa e affina quella che sarà il tratto identitario del suo pontificato: la sensibilità sociale. Ai tempi del giovane Roncalli vigeva ancora il celebre “non expedit” (non è conveniente); in sostanza il divieto, per i cattolici, di partecipare alle attività politiche del Regno d’Italia, incluse le elezioni. A seguito di un’attenzione giudicata un po’ troppo benevola verso i lavoratori impegnati in uno sciopero nel comune di Ranica, Radini-Tedeschi e Roncalli sono messi sotto accusa dalla Congregazione per la dottrina della fede; ma vengono entrambi prosciolti.
Nel 1921, sotto il pontificato di papa Benedetto XV, ad Angelo Roncalli vengono conferiti l’alto riconoscimento di “prelato domestico” (oggi Prelato d’onore di Sua Santità) e la presidenza del Consiglio Nazionale Italiano dell’Opera della Propagazione della Fede.
L’anno successivo subentra il ventennio fascista e le cronache raccontano di una certa freddezza di Angelo Roncalli nei confronti del nuovo regime. Di Mussolini dirà: “I suoi fini sono forse buoni e retti, ma i mezzi sono iniqui e contrari alla legge del Vangelo”.
Nel ‘25 inizia una lunga serie di importanti e delicate missioni all’estero che lo portano in Bulgaria, in Turchia e in Francia.

Al rientro in Italia, nel ’53 viene creato cardinale da papa Pio XII e nominato patriarca di Venezia.
Alla morte di Pio XII, il 28 ottobre 1958, al termine del conclave, non senza sorpresa, Roncalli è eletto nuovo papa col nome di Giovanni XXIII.
Diversamente dalle descrizioni agiografiche che lo dipingono come un accomodante e bonario anziano il nuovo pontificato è ricco di iniziative e sorprendenti cambiamenti: nomina il nuovo segretario di stato, carica vacante da 12 anni e crea ben 52 nuovi cardinali, il primo dei quali Giovanni Battista Montini, il suo futuro successore.

Intraprende anche un intenso percorso di avvicinamento verso le altre confessioni cristiane e non cristiane, toglie l’aggettivo “perfidi” conferito agli ebrei nella preghiera “Pro Judaeis”.
Il 7 marzo 1963 riceve in udienza Rada Chruščëva, figlia del segretario del partito comunista dell’Unione Sovietica, Nikita Chruščëv.
La riforma più importante di papa Giovanni è tuttavia il celeberrimo Concilio Vaticano II del 1962, quello che ci ha consegnato la chiesa rinnovata che conosciamo oggi.
Sul finire del 1962 Giovanni XXIII avverte le prime avvisaglie di un tumore allo stomaco; malgrado questo prosegue con instancabile continuità la sua intensa azione pastorale; il 23 maggio del ‘63 è il giorno della sua ultima apparizione dal Palazzo Apostolico. Il 31 maggio il quadro clinico peggiora in modo drammatico;
il 3 giugno del 1963, alle 19:49, 60 anni fa, muore il “papa buono”.

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