Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’ambiente

di REDAZIONE-

Il World Wildlife Fund (Wwf) ha lanciato un allarme sull’inquinamento da plastica, affermando che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica finiscono in mare e altrettante vengono abbandonate sulla terra ogni anno. Secondo il Wwf, l’Italia è uno dei peggiori Paesi inquinanti che si affacciano sul Mediterraneo. L’organizzazione ha chiesto al governo di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo.

La Giornata Mondiale dell’Ambiente, dedicata alla plastica, è stata celebrata in tutto il mondo con decine di migliaia di iniziative e ha sottolineato la necessità di agire immediatamente per evitare di soffocare a causa della plastica. La giornata, istituita dall’ONU, è arrivata alla sua cinquantesima edizione e durante il suo svolgimento si è concluso l’International Negotiating Committee (INC) dell’ONU, a cui hanno partecipato 175 paesi, approvando una bozza di accordo sull’abbattimento della plastica che sarà esaminata a novembre a Nairobi, con l’obiettivo di raggiungere un trattato finale entro il 2024.

L’umanità produce ogni anno circa 430 milioni di tonnellate di plastica, di cui la metà è destinata all’uso monouso. Meno del 10% viene riciclato, e si stima che ogni anno finiscano nei laghi, nei fiumi e nei mari tra 19 e 23 milioni di tonnellate di plastica, quasi quanto il peso di 2.200 Torri Eiffel. Le microplastiche, con un diametro fino a 5 millimetri, si trovano nel cibo, nell’acqua e nell’aria, e si stima che ogni persona consumi più di 50.000 particelle di plastica all’anno.

Secondo un rapporto dell’ONU, l’inquinamento da plastica potrebbe essere ridotto dell’80% entro il 2040 se i Paesi e le aziende apportassero cambiamenti politici e di mercato utilizzando le tecnologie esistenti. Il rapporto suggerisce soluzioni basate sul concetto delle 3R: riuso (che potrebbe ridurre l’inquinamento del 30% nei prossimi 17 anni), riciclo (per un’ulteriore riduzione del 20% e fino al 50% eliminando i sussidi ai combustibili fossili e migliorando la riciclabilità) e riorientamento della produzione (una riduzione del 17% utilizzando materiali alternativi).

La transizione verso un’economia circolare comporterebbe risparmi diretti e indiretti di circa 4.500 miliardi di dollari e un aumento netto di 700.000 posti di lavoro entro il 2040. I costi per attuare i cambiamenti raccomandati sono significativi ma inferiori rispetto a quelli sostenuti in assenza di una modifica sistematica: 65 miliardi di dollari all’anno invece di 113 miliardi di dollari all’anno.

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