“Siamo chiamati a fare un Patto d’Amore per la città e per la Chiesa” ha detto il vescovo Lino Fumagalli durante la Messa Solenne a La Quercia

di ANNA MARIA STEFANINI

VITERBO – ‘Dopo la processione con l’immagine della Madonna per le vie del piccolo borgo, tenutasi ieri sera a La Quercia, è stata celebrata questa mattina, 11 settembre, alle ore 10,30, al Santuario, la Santa Messa solenne in onore della Madonna della Quercia, presieduta dal vescovo della diocesi di Viterbo mons. Lino Fumagalli. Presenti alla funzione, fra gli altri, il questore di Viterbo Giancarlo Sant’Elia, il dott. Andrea Caputo, in rappresentanza del Prefetto, il presidente della provincia Alessandro Romoli, il sindaco Chiara Frontini, il consigliere comunale Giancarlo Martinengo.

Il patto d’amore, che verrà rinnovato nel pomeriggio, ha un’ origine storica. La processione – che partirà  alle 16.30 dal quartiere del Paradiso, e procederà a piedi fino al Santuario de La Quercia, con il vescovo Lino Fumagalli e la sindaca Frontini, alla quale prenderanno parte le Confraternite, gli Ordini cavallereschi e religiosi, il Clero, le autorità civili e militari e la popolazione viterbese con i figuranti del corteo delle Famiglie nobili di Viterbo, gli sbandieratori e i musici del centro storico e del Pilastro – è un rito le cui radici affondano nel passato, come ha ricordato il Vescovo durante l’omelia.

La storia inizia nel 1417 quando mastro Battista Luzzante fece dipingere l’immagine della Vergine Maria su di una tegola piana ad un pittore chiamato Monetto. L’opera viene successivamente appesa ad una quercia. L’inizio del culto alla Madonna della Quercia, secondo la tradizione, comincia nel 1467 quando un cavaliere inseguito dai nemici si gettò ai piedi della quercia dove era appesa la sacra immagine e divenne miracolosamente invisibile ai suoi inseguitori.

Guarigioni e miracoli, ad opera di Maria, fecero nascere la chiesa intorno. Il Vescovo ha ricordato la versione secondo la quale una grave pestilenza, in quello stesso anno, sconvolse l’Alto Lazio e 30mila devoti accorsero sotto la quercia a invocare pietà alla Madonna. Dopo una settimana di preghiera, inspiegabilmente, la peste cessò e non si diffuse più a Viterbo.

Così ogni anno, da secoli, i viterbesi onorano la Madonna con questo antico rituale. “Non è migliore questo periodo rispetto a quello – ha ricordato il Vescovo – La pandemia ha mietuto tante vittime, poi ci sono le difficoltà economiche e sociali accentuate dalla pandemia e dal conflitto. Siamo chiamati a fare un patto d’amore per la città e per la chiesa, ponendole sotto la protezione di Maria.”

Il Vescovo ha menzionato poi la parabola della pecorella smarrita, aggiungendo una riflessione:” Il 10 per cento delle pecorelle adesso è nel recinto. Il 90 è fuori, ma non dobbiamo scoraggiarci e siamo chiamati a seguire la responsabilità di un nuovo annuncio del Vangelo all’interno di una chiesa praticante. Il portare Cristo in ogni luogo è l’impegno che dobbiamo prenderci, attraverso la testimonianza di una chiesa unita che è attraente. Una chiesa divisa allontana, così come una chiesa troppo legata al passato. La chiesa deve intraprendere un nuovo principio di evangelizzazione, aiutando chi ha bisogno. Nella messa domenicale dovremmo sentire il dolore di chi è assente.”

Fumagalli ha poi sottolineato che “andrebbe perseguito un patto d’amore anche civile, come comunità viterbese”.

“Il primo problema – ha detto – è la disaffezione alla cosa pubblica: c’è chi non va a votare o chi vota senza sentirsi protagonista del bene della nostra città. Il primo impegno è coinvolgere tutti e provvedere ai bisogni di Viterbo. La povertà aumenta e toglie la dignità alle persone. C’è dignità e sofferenza in chi viene a chiedere aiuto. Esiste anche un disagio esistenziale che porta le persone a ripiegarsi su se stesse e addirittura a togliersi la vita. Ma ogni persona deve sapere di poter confidare nella comunità. È necessario aprire gli occhi del cuore per renderci conto delle difficoltà degli altri. Non solo l’odio, ma l’indifferenza uccide. Entriamo in empatia con il prossimo e iniziamo un percorso di soluzione dei problemi per un futuro migliore”. Il vescovo Lino Fumagalli ha infine impartito, al termine della funzione, la solenne benedizione alla popolazione, sotto la sacra immagine della Madonna della Quercia.

 

 

 

 

 

 

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