“Siamo sempre gli stessi”

di MARCO ZAPPA –

VITERBO – Riguardo al Covid o ci hanno preso per i fondelli per tutti questi mesi (cosa che francamente non credo) oppure siamo degli sconsiderati, atteggiamento che ritengo più probabile.
È bastato dare il via libera alla fase 2 per azzerare o quasi le forme di precauzione che ci hanno reso attenti e prevenuti anche verso le nostre persone più care negli ultimi mesi.
Come spesso accade il pessimo esempio viene da chi dovrebbe essere garante delle norme, mi riferisco solo per citare il caso più evidenziato dai media al sindaco di Avellino (sponda PD) che l’altro ieri, sabato, ha pensato bene di scendere in piazza circondato da plaudenti ragazzi, nonché ovviamente possibili elettori, nella totale mancanza di rispetto delle norme di salvaguardia che ci vengono imposte quotidianamente.
E cosa dire dei gilet arancioni che hanno riempito piazza del Duomo a Milano?
Una manifestazione in pompa magna.
Ma chi l’ha autorizzata?
E perché se lo è stata?
Intanto il sottoscritto continua a girare per i negozi con mascherina e guanti…
Forse il mio atteggiamento è superato e magari per qualcuno sembrerò ridicolo o terrorizzato dalla possibilità del contagio ma non è così: se c’è una regola la si rispetta se non altro quando si sta in luoghi frequentati.
Quell’atteggiamento responsabile e anche “nuovo” dimostrato dalla maggior parte di noi durante la pandemia mi sembra vanificato da tanti, da coloro per esempio che devono fare, costi quel che costi della movida uno stile di vita; sembra che senza sorseggiare un aperitivo non si possa campare, neppure per un altro mese.
Siamo tornati alla frenesia della vita quotidiana quella che ci ha reso per una vita menefreghisti e irriverenti nei confronti del prossimo.
Lo confesso, mi piaceva l’aspetto della pandemia che era stato capace di trasformare l’italiano, indolente furbo e spesso aggiratore delle norme basilari della vita comune in un individuo più civile.
Mi ha commosso riscoprire la nostra solidarietà verso le persone in difficoltà, ma di quella non ne ho mai dubitato perché è nella nostra natura cristiana checché se ne dica ed è anche per questa capacità che ci appartiene (anche se spesso viene volutamente ignorata da quelli italiani che accusano i loro compatrioti di razzismo o xenofobia) che siamo apprezzati nel mondo.
Sembra che in un attimo abbiamo perso quanto guadagnato in questo tempo, ma forse questo è il destino dell’uomo: che dimentica.

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