VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Nella città di Viterbo ci sono sei Istituti Comprensivi (aggregazioni tra scuole materne, elementari e medie) che danno luogo a una vera continuità educativa e didattica ad opera dei propri dirigenti scolastici, insegnanti, personale amministrativo tecnico e ausiliario.
Ogni Istituto Comprensivo, in base alla legge sull’autonomia scolastica (D.P.R. 275/1999) gestisce e organizza, per ottimizzare e migliorare l’istruzione. Lo scopo didattico di un istituto comprensivo è quello di offrire una continuità didattica di tipo verticale per alunni con un’età compresa tra i 3 e i 14 anni.
Ogni aggregazione è calata, naturalmente, in uno specifico territorio e per questo ne diventa parte integrante e punto di riferimento. A Viterbo annoveriamo L’ I.C. “Canevari” con la presenza di 926 alunni, I.C. “Egidi”, 837 alunni, I.C. Ellera, 924 alunni, I.C. “Fantappiè”, 726 alunni, l’I.C. “Vanni” ,895 alunni e I.C. “Carmine”, 587 alunni.
L’Istituto Comprensivo “Carmine” ha le sue radici nell’ampio processo di trasformazione del quartiere Carmine di Viterbo, che negli anni sessanta presentava un’utenza prevalentemente caratterizzata da deprivazione sociale, culturale ed economica. È in tale contesto che nel 1962/1963 nasce nel quartiere il Circolo Didattico formato da tanti piccoli plessi rurali di scuola elementare e materna sparsi nelle zone circostanti, destinato a subire varie trasformazioni negli anni, con la soppressione progressiva dei plessi minori e più periferici e l’accorpamento di altri.
Nell’ambito dell’espansione urbanistica che negli anni Ottanta e Novanta ha portato il quartiere Carmine ad assumere caratteristiche sociali nuove e diversificate, nell’anno scolastico 1993/1994 viene inaugurato il nuovo edificio della “Scuola Elementare Alceste Grandori”, che diviene sede della direzione del “Circolo Didattico di Viterbo II”.
Dal 1992 al 1999, grazie alla dott.ssa Maria Elisa Berti Calabrò, nella scuola materna di San Pietro viene realizzata l’importante sperimentazione ministeriale su un innovativo assetto organizzativo di scuola materna, basato sulla flessibilità di tempi, spazi, modalità aggregative e sulla centralità dell’alunno posto in relazione ai diversi contesti educativi. La sperimentazione, che ha prodotto importanti esiti, riportati in più pubblicazioni a livello nazionale, al fine di costruire un sistema di apprendimento che fosse in continuità tra scuola materna e scuola elementare, ha gradualmente interessato negli anni duemila anche le classi della scuola elementare Alceste Grandori, ancor oggi esempio sul territorio di un importante modello educativo inclusivo, in cui ciascun alunno, con le proprie specificità, è al centro dell’azione di insegnamento ed è protagonista ed artefice del proprio successo formativo.
Il II Circolo Didattico di Viterbo nel 2012, dopo varie modifiche, risulta costituito da tre scuole elementari (Grandori, San Martino e Villanova) e da cinque scuole materne (Carmine, San Pietro, Tobia, San Martino, Villanova). A seguito di una ulteriore azione di dimensionamento scolastico, a partire dal 2012/2013 acquisisce la denominazione di Istituto Comprensivo “Carmine”, perde le scuole di San Martino e Villanova e acquisisce la scuola dell’Infanzia Centro Storico, la scuola primaria De Amicis e la scuola secondaria I grado Tecchi (ex Istituto comprensivo De Amicis, nato nel 2010), ubicate nel centro storico di Viterbo e caratterizzate da un’utenza sempre più multiculturale.
Nel testo approvato dal governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023 la cifra attuale di studenti da assegnare a ciascun istituto Comprensivo, è passata da 600 a 900 circa. Lo scorso 23 dicembre, il Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche per l’anno 2025/2026 ha decretato lo “smembramento” dell’ I.C. “Carmine”, oggi composto da quattro scuole dell’infanzia, due primarie e una secondaria di primo grado, a favore delle scuole con più alunni:
All’I.C “Fantappiè” andranno le scuole di via Emilio Bianchi (scuola dell’ infanzia “Centro Storico”, primaria “De Amicis”e la secondaria di primo grado “B. Tecchi”) per un ammontare di 286 alunni. Quindi l’I.C. Fantappiè raggiungerà i 1012 discenti.
“Lago Trasimeno”, infanzia (alunni 30), e la scuola primaria “Grandori”, 216 alunni, sono stati assegnati all’I.C. “Egidi”: totale 1083 alunni.
L’innovativa scuola dell’infanzia “San Pietro” (40 alunni) se l’aggiudica l’I.C Vanni: totale di 935 bambini.
Ed infine, all’I.C. “Canevari” viene accorpata la scuola dell’infanzia di “Tobia” (15 discenti), per un numero di 941 alunni.
Le scuole di Viterbo crescono nei numeri, come direttiva ministeriale impone. La globalizzazione è anche questo. Inoltre, il Governo taglia su istruzione e ricerca mettendo in pericolo il futuro degli scolari. Quando sparisce un Istituto Comprensivo, si annulla anche una dirigenza e una segreteria che accoglie un cospicuo numero di famiglie. Queste ora si dovranno riorganizzare per tempi e luoghi e prassi amministrative.
La perdita più grande è naturalmente “il concetto”, ll “know-how”, per dirla in maniera aziendalistica, il “saper fare” di una comunità che per anni ha viaggiato all’unisono nella stessa direzione. Si spacchetta “un’azienda” e la si accorpa ad altre “compagnie”, non perché non funzioni o perché i risultati non siano buoni, ma solo per una mera questione di numeri.
Inoltre, la Giunta Regionale del Lazio ha elaborato gli accorpamenti, senza ascoltare le parti interessate: famiglie e lavoratori. Neppure tra i sindacati si è riusciti ad avere un pensiero unanime. Parliamo di sindacati che per natura dovrebbero difendere i propri tesserati. Salta una dirigenza e una segreteria. E i lavoratori che fine faranno? Ci saranno degli insegnanti perdenti posto? Come si farà poi con tutti i progetti, risorse, già decise da tempo? Come si farà, ad esempio, per la succursale della scuola secondaria primo grado “Tecchi”, ancora ospitata nella scuola “Grandori”, se queste due apparterranno a due Istituti Comprensivi diversi? E ce ne sarà ancora bisogno, visto che questa era nata proprio per “traghettare” i piccoli alunni in luogo più vicino alle esigenze delle famiglie? Quale dirigente scolastico promuoverà la sede distaccata “Tecchi” se non appartiene al suo Istituto Comprensivo? In questo modo è come se si mettessero gli Istituti Comprensivi uno contro l’altro. Gli scolari da utenti ora diventano clienti da potersi accaparrare. Ogni istituto è stimolato alla competizione se vuole sopravvivere e vincere la legge dei grandi numeri. E per la legge dei grandi numeri si compromette la gestione amministrativa e didattica delle scuole, causando una maggiore complessità nella pianificazione educativa, un progressivo impoverimento delle risorse professionali disponibili e una riduzione degli spazi di partecipazione democratica. Agli alunni di tutte le scuole italiane si insegna, sin da piccoli, a cooperare, a lavorare insieme e non a competere. Cambierà anche questo?
Inoltre, l’Istituto Carmine operando in determinati quartieri di Viterbo, non facilissimi, si porta dietro un bagaglio di adattamenti, strategie e successi che sarà molto difficile replicare a breve. Le scuole dell’infanzia, primarie e secondaria di secondo grado erano, per dirla alla viterbese “tutte d’un sentimento” mettevano, per continuità, ogni alunno al centro del processo formativo. Lo scambio di informazione tra i gradi di scuola era continuo, si lavorava con un modello didattico ed educativo dettato ed elaborato da un unico collegio. Smembrando questo Istituto Comprensivo se ne va un altro pezzo di storia. Se ne va un punto di riferimento, un avamposto di legalità e un modello di “far scuola” che per tanti anni aveva aiutato Viterbo ad essere una città innovativa ed inclusiva.
Emanuela Dei
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