Solidarietà cittadina a Roma per dire “No” alla autonomia differenziata

ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: “Una delegazione dell’associazione “Solidarietà Cittadina”, composta dalle insegnanti Rossella De Paola e Rosalinda Bucciarelli, parteciperà Domenica 29 gennaio 2023, dalle 10 alle 16.30, nell’aula magna del Liceo classico “Tasso” di Roma, all’assemblea nazionale del “Tavolo No Autonomia Differenziata”, di cui l’associazione viterbese fa parte.

I relatori, Gaetano Azzariti, costituzionalista; Adriano Giannola, presidente della Svimez; Paolo Liberati, ordinario di Scienze delle Finanze presso l’università degli Studi Roma3; rendiconteranno rispetto al DDL Calderoli, che i media hanno già ribattezzato come “spacca Italia”.

È lo stesso Calderoli che fu l’artefice del celebre “porcellum”, come ebbe a nominare la sua legge elettorale, che tanti danni ha fatto al Paese e che fu, poi, dichiarata incostituzionale. Dopo questi illustri precedenti, il Ministro ora si adopera per un progetto di legge che snatura dalle fondamenta lo Stato, smembra il Paese in “feudi”.

Alle Regioni si intendono affidare tante e importanti competenze, finora esclusiva dello Stato: scuola, ambiente, tutela e sicurezza del lavoro, grandi reti di trasporto, tutela della salute, etc, con un sistema di finanziamento e la fuffa dei LEP, i Livelli Essenziali nelle Prestazioni, che travolgerà le Regioni più deboli ed accrescerà spaventosamente il divario nord/sud.

Il timore è che si voglia aggirare la Costituzione in merito, ad esempio, alla scuola visto che l’articolo 33 stabilisce che sia lo Stato a dettarne le norme e non le singole Regioni. Oppure, rispetto al diritto all’eguaglianza dei cittadini, sancito dall’articolo 3, la domanda che sorge spontanea è se sarà differenziata anche questa. Come si può credere che le singole Regioni possano sostenere da sole la globalizzazione o i Comuni, ormai sempre in affanno, come potranno reggere il peso di una simile riforma?

L’infausto DDL, che ha le sue origini nella scellerata Riforma Costituzionale del Titolo Quinto avvenuta nel 2001, risulta essere particolarmente insidioso, poiché avendo natura di intesa tra Stato e Regioni, una volta approvato, sarà una via senza ritorno, perché sostanzialmente immodificabile.

Vista la gravità dell’operazione, è indispensabile un dibattito pubblico imponente ed il coinvolgimento dei cittadini e dei rappresentati politici ad ogni livello, affinché si possa conoscere dettagliatamente ogni “trappola” insita nel DDL ed opporsi alla sua approvazione. La Repubblica Italiana, così come disegnata dai Padri Costituenti, già “ammaccata” dalle varie riforme, rischia di essere perduta definitivamente”.

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