ROMA- Uno dei luoghi più rilevanti ed iconici della storia del teatro italiano riapre ufficialmente le sue porte e lo fa con un cartellone di grande pregio culturale, consono alla sua straordinaria storia. Il Nuovo Teatro Ateneo presenta, dal 26 settembre al 19 dicembre 2024, la sua Stagione teatrale sperimentale.
Il Nuovo Teatro Ateneo è una istituzione culturale di grande rilevanza che si inserisce nella lunga tradizione teatrale e accademica della città di Roma e di tutta la storia del teatro Italiano.
Oggi, il Nuovo Teatro Ateneo ambisce ad essere nuovamente un faro di cultura a Roma, rappresentando un esempio di come l’arte possa integrare e arricchire le esperienze della comunità accademica e cittadina, promuovendo il dialogo e la condivisione attraverso la magia del palcoscenico.
Forte della sua grande e prestigiosa storia – che ha visto passare sulle tavole del palcoscenico i più grandi nomi del teatro italiano ed europeo – il Nuovo Teatro Ateneo propone la sua prima Stagione Sperimentale, che si distingue per una programmazione che spazia dal teatro classico alla drammaturgia contemporanea e alla danza.
Dopo un lungo periodo di chiusura terminato nel 2020, il Nuovo Teatro Ateneo – attualmente gestito dal centro Sapienza CREA – intende riproporsi sulla scena culturale romana con un cartellone sperimentale, formato da quattordici spettacoli di prosa e di danza di richiamo nazionale e internazionale. La scelta degli spettacoli è stata effettuata dai docenti delle discipline dello spettacolo della Sapienza, in particolare i proff.ri Vito Di Bernardi, Guido Di Palma, Stefano Locatelli e Sonia Bellavia, ed è stata coordinata dal Direttore del Centro Sapienza CREA – Nuovo Teatro Ateneo, prof. Marco Benvenuti. La selezione ha inteso privilegiare l’innovatività e la sperimentalità degli spettacoli proposti e, al tempo stesso, coinvolgere attori e registi professionalmente giovani. In questo modo, si ambisce a valorizzare la specificità del Nuovo Teatro Ateneo, che rappresenta un luogo non solo di eccezionale valore artistico, ma anche in grado di coniugare la dimensione spettacolistica con l’attività didattica e di ricerca tipica di un’istituzione universitaria.