Strepitoso concerto di Vincenzo Bencini a La Quercia (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – Un concerto strepitoso, quello di Vincenzo Bencini ieri sera, 10 settembre, davanti alla basilica de La Quercia, in occasione dei festeggiamenti per il Patto d’amore.
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Centinaia di persone di tutte le età hanno ballato e cantato con lui.
Applausi, divertimento e allegria in una piazza meravigliosa.
Il clima favorevole, l’atmosfera piacevole, la festa hanno coinvolto tutti i presenti in un crescendo di emozioni.

Nella mitologia greca, le dee che ispiravano la creatività venivano chiamate Muse. Musica deriva proprio dalle parole mousikḕ téchnē (“l’arte delle muse”); ciò portò in seguito alla parola latina mūsica. Bencini è la “musa” di tutti, perchè lui la musica la vive e la fa vivere; la interpreta e la fa interpretare; canta e fa cantare. Mixa e fa mixare i ritornelli dei brani più famosi che tutti conosciamo e amiamo.

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C’è un solo modo in realtà per non incontrare Bencini: stare perennemente chiusi in casa; perché se siete anche minimamente frequentatori di locali presto o tardi, per scelta o per caso, vi troverete aspirati nei bioritmi di uno dei suoi concerti. Originario di Civitavecchia, Vincenzo “Vinz” Bencini è seguitissimo anche nella Tuscia ed è apprezzato dai gestori e dal pubblico perché con lui si può benissimo fare a meno di tavoli e seggiole e dai 2 (mq) e 2 (anni) in su questi sono gli unici parametri numerici che vincolano le performance di Bencini.

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Questo perché la musica erogata dalla “Bencini factory” non si ascolta: si interpreta e la si interpreta muovendosi.
La musica scorre nelle vene del ragazzo civitavecchiese e il suo segreto è anche quello di saper creare una sintonia perfetta con chi lo ascolta.

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Il vero destinatario del verbo benciniano non è l’orecchio ma il corpo; tra voce, chitarra (acustica) e il corpo (di chi ascolta) si stabilisce una relazione di risonanza ed è questa la ragione per cui tavoli e seggiole nei locali servono soltanto a sorreggere oggetti, cibi e bevande.
Nella piazza, con alle spalle il santuario della Madonna de La Quercia, la suggestione è stata ancora maggiore.

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Ieri sera ha coinvolto una giovane promessa sposa, dei ragazzi, perfino un bambino a suonare il tamburello con lui.
Ha fatto un grande omaggio a Toto Cutugno, recentemente scomparso, e a Franco Califano in compagnia di un ragazzo che ha interpretato le sue canzoni.
Ha saputo unire e coinvolgere emotivamente tutti, in uno spartito di note e ritmo. La chiave di violino del suo successo apre pentagrammi di spensieratezza.
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Come tanti cantautori, Vincenzo Bencini è un autodidatta che dal vinile è transitato alla gavetta di ogni genere di palcoscenico; un look vagamente alla Kurt Cobain e una voce intonata lo hanno agevolato ma la sua strategia vincente è la capacità comunicativa; Bencini non è, come si dice in questi casi, un “animale da palcoscenico” ma una vera macchina comunicativa in cui voce, espressioni, mimica, suono e sorrisi riempiono lo spazio trasformando lo spazio in un generatore di interazioni.
Il format cinetico-musicale di Bencini è costituito da una lunga suite di canzoni generazionali che shakera a modo suo, di autori come: Rita Pavone, Gianni Morandi, Lucio Battisti, Franco Battiato,Lucio Dalla, Vasco Rossi, Ligabue, Antonello Venditti, Fabrizio De Andrè, gli 883, Rino Gaetano, Raffaella Carrà, Umberto Tozzi financo the Doors e gli Stones e sorprende vedere quindicenni post-millenials ballare allegramente “perché perché…”. Ma Bencini interpreta anche canzoni moderne e attuali, facendo ballare anche gli anziani.

È intergenerazionale, intermusicale, anche internazionale ormai. Tutti lo vogliono e lui apre le porte della musica a chiunque.
Questo spiega perché ai concerti di Bencini le barriere intergenerazionali evaporano.
La sua musica va oltre il tempo e lo spazio. A La Quercia nessuno potrà mai dimenticare il concerto di ieri. Onore al Comitato Querciaiolo che lo ha organizzato.

 

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